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Il rapporto tra consumatori e cibo, tra qualità e salubrità, rivoluziona produzione e distribuzione: ecco “Il settore agroalimentare: l’innovazione nei paradigmi” di Deloitte, presentato al “Forum del Settore Agroalimentare”, a Bruxelles

I consumatori sono sempre più attenti alla qualità dei prodotti che acquistano e alla tracciabilità delle materie prime; preferiscono acquistare cibo buono e di qualità, che sia naturale, e che l’azienda produttrice segua dei principi ambientali precisi, creando un legame di fiducia e fedeltà col consumatore stesso. Tutto ciò si riflette quindi nella produzione e nella distribuzione, dove l’innovazione sta sfidando e selezionando le aziende che ne sanno cogliere le potenzialità. Ecco i temi principali della pubblicazione di Deloitte “Il settore agroalimentare: l’innovazione nei paradigmi”, presentata e discussa al “Forum del Settore Agroalimentare” al Parlamento Europeo, a cui hanno partecipato oltre agli organizzatori Deloitte e Gruppo di Iniziativa Italiana (www.gruppoiniziativaitaliana.eu), anche la Rappresentanza Permanente Italiana alla Ue e i vertici nazionali di Federalimentare e Coldiretti.
Secondo quanto si legge nel rapporto Deloitte, il settore agroalimentare sta dando prova di forza e vitalità: nel 2016 ha rappresentato l’11,3% del Pil nazionale, secondo solo al settore metalmeccanico. Per questo, per le aziende, è tempo di consolidare il trend positivo, applicando i principi di innovazione sul prodotto e sul processo, ma anche a un livello più pervasivo sui valori propri che caratterizzano la loro realtà. Deloitte ha inoltre individuato 3 paradigmi che sono “necessari” per le aziende per trasformare a lungo termine la loro competitività di mercato, prima su tutte la consapevolezza: il consumatore è attento, desidera essere informato, tende a selezionare con attenzione i prodotti e premia le aziende che sanno interpretare questi bisogni. Poi ci sono le sinergie tra operatori, cioè la riscoperta delle regole che da sempre governano il settore: la costruzione di rapporti collaborativi all’interno e all’esterno dell’azienda è infatti premiante per costruire prospettive future. Infine la disponibilità dei prodotti: la scelta di un prodotto, anche in ambito agroalimentare, segue sempre di più delle componenti emozionali, e le nuove possibilità di effettuare acquisti stanno modificando i tradizionali canali distributivi.
“L’innovazione - afferma Paolo Gibello, Senior Partner Deloitte, autore del rapporto e coordinatore del gruppo di lavoro dedicato al Consumer Products - deve fungere da acceleratore per le aziende, anche e soprattutto per quelle di piccole e medie dimensioni che sono figlie di una tradizione artigiana del saper fare e della qualità, e infatti in Italia fino a trenta anni fa l’80% delle aziende aveva un impianto tradizionale… Senza la garanzia che queste aziende riescano a mantenere il passo rischiamo di rimanere intrappolati in una dimensione che può rappresentare un blocco alle opportunità che l’innovazione, se guidata, può invece offrire”.

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