Secondo un famoso mito greco, fu Atena (chiamata Minerva dai romani) a piantare il primo olivo in Grecia. Rivale di Poseidone (che i romani chiamarono Nettuno) per il possesso dell’Attica, gli dei dell’Olimpo chiesero a Cecrope, il primo re di quelle terre, di risolvere la contesa. Egli assicurò la vittoria a chi dei due avesse fatto a quel territorio il dono più bello. Poseidone colpì con il tridente la terra in mezzo all’Acropoli, facendone scaturire una sorgente di acqua salata. Atena piantò accanto a quel pozzo il primo olivo, e vinse: da quel giorno Atene e gli olivi le furono sacri. Il legno d’olivo veniva utilizzato solo per farne statue destinate al culto, abbatterli o bruciarli era un reato, punito dagli uomini e soprattutto dagli dei. Persino gli spartani, quando saccheggiarono Atene, li risparmiarono temendo la vendetta divina.
Ma l’olivo non è nato in Grecia. Gli studi dei botanici hanno stabilito che il suo habitat originario è l’Asia Minore. Non è perciò sorprendente che lo si indichi nei primi capitoli della Bibbia, dove si narra il diluvio universale: quando la pioggia cessò, Noè fece uscire dall’arca la colomba, che “non trovò dove posare la pianta del piede”, e tornò all’arca. Dopo sette giorni, la fece uscire ancora, e quella “tornò da lui verso sera, ma ecco, essa aveva nel becco un ramoscello d’ulivo” (Genesi, capitolo 7). Lo sdegno di Dio si era quindi placato; le acque si erano ritirate, la vegetazione cominciava a rinverdire. L’olivo simbolo si pace trova qui la sua origine.
Nella religione cristiana, l’unzione ha sempre accompagnato la vita di tutti i fedeli, segno di una consacrazione che li assimila a Cristo, l’Unto per eccellenza. In una suggestiva cerimonia, il giovedì santo, il vescovo con i preti della sua diocesi consacra gli oli - rigorosamente d’oliva - che saranno usati per amministrare i sacramenti in tutte le parrocchie: l’olio dei catecumeni per i battesimi, il sacro crisma (dal greco khrisma, “unguento, unzione”) ancora per il battesimo, per la cresima, e per l’ordinazione di preti e vescovi, e infine l’olio degli infermi per l’unzione degli ammalati. Ma l’olivo ha ancora spazio nei riti della fede cristiana: sono rami d’olivo quelli che vengono benedetti e portati nelle case la domenica delle palme; l’anno successivo, quei rami vengono bruciati e le loro ceneri sparse sul capo dei fedeli che iniziano la quaresima, appunto il mercoledì delle ceneri. E racconta una gentile leggenda come l’albero dell’olivo fosse un tempo diritto e robusto, ma volle distorcersi e diventò come lo conosciamo, per non venire usato dal falegname che doveva costruire la croce a cui Gesù Cristo fu inchiodato per il supplizio.
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