02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

IL “SALDO” DELL’AGROALIMENTARE “IN CAMPAGNA ED IN CITTÀ”: NEGATIVO PER LE IMPRESE AGRICOLE (-16.792 REALTÀ NEL 2012 SUL 2011), POSITIVO PER LA RISTORAZIONE (+11.224) TRA BAR, PASTICCERIE E RISTORANTI. A DIRLO IL RAPPORTO MOVIMPRESE SU DATI INFOCAMERE

A guardare i numeri del rapporto Movimprese (di Unioncamere sui dati di Infocamere), vengono i brividi: nel 2012, l’agricoltura, pilastro economico, territoriale e d’immagine dell’Italia nel mondo, ha visto sparire 16.791 imprese (-2% sul 2011), il saldo peggiore tra tutti i settori produttivi del Belpaese dove, nel complesso, si è registrata una pur modestissima crescita delle realtà imprenditoriali (18.911 in più del 2011, +0,31%, per 6.093.158). Un dato che testimonia come anche un settore storicamente considerato anticiclico si trovi a pagare lo scotto della crisi, di una concorrenza globale sempre più agguerrita, ma anche di una pressione fiscale e burocratica arrivata ai suoi massimi storici.
Il dato, che resta ovviamente negativo, però, racconta anche di una “ristrutturazione” del modelle imprenditoriale agricolo italiano: “non vorrei che emergesse l’immagine di un’agricoltura che si arrende - dice il presidente Confagricoltura, Mario Guidi - ci sono imprese agricole strutturate, moderne e competitive che hanno messo in atto, già da tempo, precise strategie per fronteggiare le criticità. Come rivelato dal recente sondaggio che abbiamo fatto con il Censis, le imprese più evolute hanno adeguato gli impianti e le strutture produttive (75%), ridefinito le politiche di vendita (59%), riorganizzato le procedure di lavoro (57,3%), individuato nuove produzioni e colture (51,7%), ridefinito le funzioni di vertice (30,3%). È chiaro che la trasformazione delle imprese ha una forte incidenza sul dato che riguarda la chiusura di molte di loro, ma molti ettari che queste chiusure libereranno resteranno ad attività agricole e c’è da interrogarsi sull’ordine di grandezza di questa trasformazione, potendo essa rivelarsi significativa in ottica di crescita e di rafforzamento per le aziende agricole esistenti”.
Se questo è quello che succede “in campagna”, dove il “wine & food” si produce, “in città”, dove si consuma, la situazione appare leggermente migliore, almeno nel fuori casa. Cresce, infatti, il numero di imprese della ristorazione (+11.224), grazie soprattutto all’aumento dei Bar (6.532 attività in più), ristoranti (+2.224) tavole calde (+1.862 attività), gelaterie e pasticcerie (+606 attività). Ma i freddi numeri da soli non bastano a guardare il futuro, dove servono idee per uscire dalla crisi.
E Fipe-Confcommercio, in questo senso, ha lanciato la “sua agenda” da proporre al prossimo Governo: Iva agevolata a tutte le attività turistiche, abolizione dell’imposta di soggiorno e di quella sugli intrattenimenti, dove la fiscalità indiretta sale addirittura al 37% del costo del biglietto, sistema di licenze per gli esercizi che somministrano alcol per evitare gli abusi, e revisione dell’articolo 62 sui tempi di pagamento che sta mettendo in difficoltà tante imprese, sul quale Fipe ha già denunciato il Governo italiano e richiesto l’apertura di una procedura di infrazione in Corte Europea.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli