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VINO E TERRITORIO

Il Soave del futuro: giovane, bello e smart. Parole chiave del “Manifesto programmatico del Soave”

Il Consorzio del Soave da “Soave Multiverso”: “dobbiamo semplificare i messaggi per essere sicuri di arrivare all'anima di chi ci ascolta”

Il Soave del futuro sarà giovane, bello e smart. Parole chiave che sono i tre pilastri del “Manifesto programmatico del Soave”, il documento presentato ufficialmente a “Soave MultiVerso”, il nuovo format ideato dal Consorzio di tutela per raccontare le eccellenze qualitative del vino Soave ad un pubblico trasversale, anche attraverso la cultura e spunti di attualità. Un manifesto sui quali costruire il presente, ma soprattutto il futuro della denominazione, uno dei distretti bianchisti più importanti e storici d'Italia (denominazione tra le più antiche d'Italia, riconosciuta con Regio decreto nel 1931, che insiste su 7.000 ettari vitati in 13 comuni, ed una produzione media di 50 milioni di bottiglie), una sorta di “mappa operativa” lungo la quale tracciare azioni all’interno di una rinnovata progettualità, per dare al vino Soave lo spazio che merita nell’arena enologica italiana ed internazionale. Primo segno di questo “cambio di paradigma” è stato Soave MultiVerso, l’evento aperto al pubblico, chiuso ieri sera a Soave, Borgo dei Borghi 2022.
“Soave MultiVerso si innesta sullo storico format di Soave Versus: con uno studiato gioco di parole si è scelto di mantenere la desinenza finale per sottolineare l’evoluzione che abbiamo voluto imprimere a questo tradizionale appuntamento, aprendo in parallelo all’attualità e alla cultura - evidenzia Igor Gladich, direttore del Consorzio del Soave - con questo rinnovato format vogliamo parlare solo di futuro; un futuro comune che guarda ai giovani e che ad essi si rivolge con il loro linguaggio. Vogliamo fare questo semplificando i messaggi da veicolare perché solo in questo modo siamo sicuri di arrivare all’anima di chi ci ascolta. Qui a Soave c’è una grande voglia di futuro e il Manifesto programmatico del Soave che abbiamo presentato in questi giorni va esattamente in questa direzione”. Un’occasione di ritrovata socialità, quella che si è vissuta nelle tre serate di Soave MultiVerso, ma anche un segnale importante al mondo del vino.
“Con Soave MultiVerso - ha evidenziato Sandro Gini, presidente del Consorzio del Soave - riprendiamo il filo della nostra storia e lo facciamo ripartendo da Soave perché Soave è casa nostra e perché questo è il Borgo più bello d’Italia. Lo facciamo con un evento rinnovato rispetto al passato e che rappresenta il punto di partenza per un lungo percorso di crescita, ricco di obiettivi ambiziosi. Il nostro tempo ci pone davanti alle sfide molto complesse e questo deve spingerci a cambiare i nostri modelli di riferimento e a volte anche noi stessi. Soave vuole tornare ad essere baricentro strategico di quel “sistema viticolo” che raggruppa le denominazioni territoriali di questa grande porzione di Veneto. Un sistema aperto, che raccoglie anche istituzioni, associazioni e realtà private; un intero tessuto produttivo, articolato e complesso, che deve guardare al futuro e che, nel farlo, deve dimostrarsi unito e compatto. Per essere all’altezza delle sfide che oggi ci attendono all’orizzonte serve una visione comune perché l’isolamento e l’indipendenza non conducono più da nessuna parte”.Grande peso, dunque, al pensiero, parola ed azione. Non a caso Guido Marangoni, ingegnere informatico, scrittore e speaker TedX è stato l’ospite scelto per inaugurare l’edizione “numero zero” di Soave MultiVerso. “Pensiamo sempre troppo poco a come le nostre parole possano letteralmente uccidere o donare vita. Mi piace sempre ricordare questo: la parola cura, cura la parola. Rinunciare a comunicare è l’inizio dell’inferno di questa vita, qualsiasi sia il motivo che spinga a rinunciare, anche fosse una piccola incomprensione”.

Focus - Il Manifesto programmatico del Soave
Il Manifesto programmatico del Soave nasce dalla volontà di ridare alle parole il peso ed il significato effettivo che esse possiedono, in un momento storico in cui l’immediatezza del like prevale sul pensiero meditato, in una fase sociale dove l’immagine virtuale sembra valere di più della realtà. Da qui la spinta per approdare a quel cambio di paradigma oggi necessario più che mai, anche nel mondo del vino, Soave compreso. Ecco dunque il Soave che vogliamo: giovane, bello, smart.
Giovane: un Soave che parli ai giovani, nella lingua dei giovani Il presente ma soprattutto il futuro sono in mano ai giovani ed è a loro che è necessario rivolgersi, nella prospettiva di un coinvolgimento reale ed effettivo, perché i giovani, e solo loro, potranno operare il vero cambiamento. Questo vale in ogni ambito di attività e la produzione del vino non fa eccezione. I giovani di oggi sono poi i consumatori maturi (e affezionati) di domani. Per questo il Soave si prefigge di puntare alla mente, al cuore (e al palato) soprattutto di quei consumatori, tra i 30 e i 40 anni, che potenzialmente potrebbero innamorarsi del vino Soave ma che ancora lo conoscono poco o nulla. Giovani non necessariamente esperti di vino, anzi, ma nell’insieme curiosi e alla ricerca di “cose buone e belle”. Saranno i giovani quindi, i protagonisti e nello stesso tempo i destinatari, dei nuovi progetti di comunicazione ideati dal Consorzio del Soave per veicolare l’eccellenza qualitativa della doc attraverso registri linguistici e comunicazionali a loro più familiari: no a tecnicismi per addetti ai lavori, sì a messaggi chiari, semplici, di valore. A questo obiettivo fa da contro altare la capacità di invecchiamento del vino Soave che resta uno dei vini bianchi italiani in grado di evolvere e di migliorare col trascorrere degli anni.
Bello: la bellezza del borgo medievale di Soave. Il borgo medievale di Soave, le colline e la denominazione nel suo complesso, con l’ampia distesa di vigneti di garganega, sono una vera e propria “icona di bellezza”. Mai come oggi c’è bisogno di Bellezza per nutrire la nostra mente: se infatti alimentiamo i nostri pensieri con immagini belle, con paesaggi incontaminati, con architetture ricche di storia e rispettose dell’ambiente a nostra volta potremmo innescare “circoli virtuosi di bellezza” ed essere protagonisti costruttivi del nostro presente e futuro. Il Soave che vogliamo dunque “deve essere bello” e diventare veicolo per narrare la bellezza delle terre dalle quali proviene, non solo per promuovere se stesso ma per dare un contributo effettivo e reale al miglioramento della società.
Smart: il Soave intelligente, consapevole, moderno Smart è un termine inglese, oggi molto diffuso, che in italiano si traduce con intelligente, brillante, abile ma anche elegante e moderno. È stata scelta non a caso questa parola perché il Soave che vogliamo è smart, intelligente e quindi consapevole dei valori che fanno parte del suo patrimonio. Quella del Soave infatti è una delle denominazioni più antiche d’Italia. In questo comprensorio produttivo, segnato dalla forza del vulcano, oggi la qualità dei vini ha raggiunto picchi di indiscussa eccellenza, ancor più in evidenza grazie alle Unità Geografiche Aggiuntive. Queste colline sono state le prime in Italia ad essere inserite nel Registro nazionale dei paesaggi rurali di Interesse storico ed il paesaggio del Soave ha ottenuto il prestigioso riconoscimento Gihas - Fao, a sottolineare l’importanza e talvolta l’eroismo del viticoltore che col suo operato conserva il paesaggio. Tutto questo rappresenta un inestimabile patrimonio del quale è necessario essere orgogliosi ma anche responsabili. Approcciarsi al comprensorio del Soave in questo modo diventa quindi una scelta culturale e solo la cultura è in grado di nutrire una reale motivazione in vista di quel cambio di paradigma di cui tanto abbiamo bisogno oggi. La cultura infatti porta alla consapevolezza, la consapevolezza guida alla conoscenza, la conoscenza conduce alla responsabilità.

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