Il turismo, una delle principali risorse economiche dell’Italia, per l’agricoltura vale oltre 2,3 miliardi di euro, di cui 1,2 miliardi “fatturati” dagli agriturismi, 900 milioni di euro imputabili alla vendita di prodotti ai turisti stranieri, e 200 agli italiani in vacanza. Cifre alle quali vanno aggiunti 2,4 miliardi di fatturato dell’industria agroalimentare legati a consumi dei turisti d’Italia e del mondo nel Belpaese. A dirlo i dati di Banca d’Italia e Osservatorio Nazionale del Turismo elaborati dal Centro Studi Confagricoltura per Agriturist.
Secondo i quali le presenze degli ospiti stranieri negli agriturismi italiani equivalgono ad una “popolazione aggiuntiva” di 934.000 persone ogni anno, che consuma in larga prevalenza prodotti agricoli e agroalimentari made in Italy. Secondo le stime del Centro Studi Confagricoltura, ogni giorno che un turista straniero trascorre in Italia vale per l’agricoltura 2,48 euro e per l’industria alimentare 5,59 euro.
“Questo nostro meraviglioso ed unico modello del made in Italy - commenta il presidente Agriturist, Cosimo Melacca - permette ai nostri ospiti di soggiornare e conoscere la vita rurale, i prodotti enogastronomici del nostro territorio e scoprire le bellezze dei meravigliosi luoghi della cosiddetta “cultura minore”, trascorrendo una vacanza perfetta e conveniente. Siamo una meta turistica sempre ambitissima e con il maggior numero di siti Unesco e di prodotti Dop e Igp. Abbiamo l’occasione di concretizzare questi nostri primati, con ulteriori benefici anche i prodotti agricoli e agroalimentari. Valorizziamo il brand Italia attraverso un progetto organico di promozione del turismo, facendo anche ordine nell’offerta turistica e combattendo l’abusivismo”.
E guardando all’estate 2016, in molte Regioni si registra il tutto esaurito, secondo Agriturist.
Con la domanda che supera l’offerta, è la Puglia ad essere incoronata regina delle vacanze in agriturismo 2016. Benissimo la Sicilia, soprattutto Siracusa e Ragusa, seguita da Erice, Taormina e San Vito lo Capo. Le presenze nelle aziende agricole calabresi crescono del 30%, malgrado la carenza delle infrastrutture. In Campania tirano, in particolare, la costiera e le zone archeologiche. Nel Lazio il rinnovato interesse per i prodotti tipici regionali si riflette positivamente sulla domanda agrituristica. Buoni i risultati delle Marche. L’Abruzzo registra una ripresa graduale dalla costa all’interno. In Umbria, malgrado le avverse condizioni meteo d’inizio estate, le presenze sono buone. In Toscana risultati positivi soprattutto nel senese e forte ripresa del turismo europeo. Buona la stagione Sardegna. In crescita anche l’Emilia Romagna, grazie alla forte presenza degli stranieri, nord europei in testa. Anche il Veneto registra una certa crescita, soprattutto grazie ad olandesi, tedeschi, belgi ed ai turisti provenienti dai Paesi scandinavi. In Lombardia si conferma il trend positivo della scorsa estate, con forte aumento soprattutto dei tedeschi e nord europei, che apprezzano, in particolare il binomio lago ed enogastronomia. In Piemonte, luglio ottimo e con forte presenza di turisti esteri. Conferma per le Langhe, forte crescita per il Monferrato, in agosto meno stranieri e più italiani. Tiene bene la Liguria con forte presenza di tedeschi, olandesi, austriaci, danesi e belgi.
“La campagna - commenta Melacca - è un posto tranquillo, dove vivere l’estate in famiglia e ricaricarsi lontani da stress e paure per la situazione internazionale scoprendo le bellezze dell’Italia rurale. D’altronde l’agriturismo già nel periodo 2006-2014 aveva registrato incrementi di ospiti e presenze superiori, di circa 5 volte, a quelli della generalità del turismo. L’aumento delle presenze nazionali, il ritorno massiccio dei francesi e la crescita, in generale, dei vacanzieri tedeschi, belgi e nord europei sono visti con grande ottimismo dagli imprenditori associati. Le opportunità di crescita del turismo verso l’Italia, che coinvolge direttamente anche l’agriturismo per la prossimità ai molti luoghi della cosiddetta “cultura minore”, alle zone di produzione agricola e alimentare tipica, a parchi e riserve naturali e, in molti casi, anche alle principali città d’arte e località turistiche balneari e montane, vanno assolutamente colte”.
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