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IL VALORE DEI VIGNETI IN ITALIA RESTA ALTISSIMO NELLE ZONE TOP: DAGLI 1,2 MILIONI AD ETTARO DEL CARTIZZE, “CRU” DEL PROSECCO, AI 700.000 EURO DI CANNUBI, SUMMA DEL BAROLO. MA LA TENDENZA DEGLI ULTIMI 5 ANNI CONSIGLIA PRUDENZA. I NUMERI ASSOENOLOGI

Se l’anno appena iniziato continua a presentare, come nel recente passato, una diffusa incertezza su dove investire capitali, l’idea, per chi può farlo, come accade spesso, può essere la terra. O meglio, i i vigneti delle denominazioni più importanti del Belpaese, anche se serve attenzione, perché nonostante le quotazioni rimangano elevate, il trend quinquennale sembra indicare più stabilita e, semmai, qualche ribasso, che aumenti da “guadagno facile”. Almeno stando alle rilevazioni di Assoenologi (www.assoenologi.it), l’Associazione degli Enologi ed Enotecnici italiani guidata dal presidente Riccardo Cotarella e dal dg Giuseppe Martelli, alla fine del 2013.
Il top, in questo momento, secondo i dati, è rappresentato dai vigneti del Cartizze, vertice della piramide qualitativa del fenomeno Prosecco: ammesso che si trovi qualcuno che vende, le quotazioni sono sugli 1,2 milioni di euro. In netto calo, sottolinea il report, sui prezzi di cinque anni or sono, che arrivavano a 1,8 milioni di euro, ma comunque a livelli altissimi. Come quelli di Cannubi, la collina più importante del Barolo, dove un ettaro vale anche più di 700.000 euro. Ma va detto che, nei fatti, sono casi che per la loro ridotta dimensione, per il valore dei vigneti e per il successo, anche commerciale, dei vini a cui danno origine, sono territori in cui, di fatto, non c’è mercato, soprattutto perché praticamente nessuno vuole vendere. Scendendo di quotazione, spiccano i vigneti dell’Alto Adige, le cui quotazioni sono stabili, intorno ai 600.000 euro ad ettaro (anche se in alcuni casi si sfiora il milione).
Guardando ad alcune delle zone più celebri, invece, in Piemonte, secondo il report, si va dai 350.000 euro per un ettaro nel Barolo, e di 230.000 euro nel Barbaresco, con quotazioni in calo del 20% sul 2009, “anche a causa di una sopravalutazione iniziale”, si legge in una nota. Più abbordabile, e anche più stabile, un ettaro nell’area dell’Asti, quotato 70-80.000 euro. Tornando al Veneto, un ettaro nella zona di produzione del Prosecco Doc, nel Trevigiano, vale tra 110.000 e 200.000 euro, mentre nella zona del Prosecco Docg, a Conegliano e Valdobbiadene, si sale ai 300-400.000 euro ad ettaro, con aumenti intorno al 10% sul 2009. Sempre in Veneto, in Valpolicella, per un ettaro nella zona dell’Amarone la quotazione è sui 530-550.000 euro ad ettaro, in crescita del 5% su 5 anni fa.
Stessa dinamica in Toscana, per il Brunello di Montalcino, dove per un ettaro si va dai 400.000 ai 500.000 euro. Prezzi più abbordabili, ma anche con tassi di crescita maggiori, in Emilia Romagna dove, in media, per un vigneto a Lambrusco si possono superare i 90.000 euro ad ettaro, con aumenti anche del 20% sul 2009, mentre pur uno nella Doc Sangiovese, si va sui 40.000 euro (+14%). Più o meno come in Lombardia, nella zona dell’Oltrepo Pavese, dove siamo tra i 35.000 ed i 45.000 euro ad ettaro, ai livelli del 2009. Al Sud, stabili le quotazioni dei vigneti della Doc Castel del Monte, in Puglia, sui 30.000 euro ad ettaro, mentre in Sicilia sono crollate del quelle dei vigneti del Trapanese, dai 50.000 euro del 2009, ai 30.000 del 2013. Stabili le quotazioni in Sardegna, dove a crescere sono solo le quotazioni dei vigneti del Vermentino di Gallura Docg, sugli 80.000 euro ad ettaro (+3%).

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