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Il “verde” batte il “rosso” sulle tavole degli italiani: aumenta il consumo di prodotti a base vegetale, crolla quello di carne, che pesa per il 20% dello scontrino. E, negli ultimi 20 anni, la dieta mediterranea è tornata ad essere protagonista

Il “verde” batte il “rosso” sulle tavole degli italiani: aumenta il consumo di prodotti a base vegetale, crolla quello di carne (sono 2 milioni gli italiani che hanno ridotto il consumo di carne negli ultimi 6 anni) ed il 3% di chi ha tra i 18 e i 64 anni si ispira ai principi vegan (1,15 milioni di persone). A dirlo, l’indagine GfK Eurisko per TreValli, presentata ieri a Milano, che fotografa i cambiamenti nelle abitudini alimentari del Belpaese negli ultimi 20 anni tra salute, palato e genuinità, ma anche etica e rispetto degli animali.
Sono il 16% gli italiani che si sentono vicini ad almeno un regime alimentare particolare, a partire dalla cucina vegana e da quella vegetariana che, insieme, raccolgono consensi per il 9% degli intervistati (3% vegani, 6% vegetariani), seguite dal macrobiotico e dal crudismo (vicini alla sensibilità del 2% del campione).
Un altro effetto del cambiamento delle abitudini degli italiani a tavola negli ultimi anni, che emerge dall’indagine Gfk Eurisko per Tre Valli, è che oggi la carne rappresenta un quinto del budget alimentare, mentre quaranta anni fa, alla cassa, pesava per un terzo, così come “pesano” meno sul bilancio pane e bevande. Per contro, si spende di più per frutta e verdura (dal 12,7% al 18,4% del budget), così come per cereali e pesce.
In due decenni, così, si registra un’evoluzione senza precedenti nella cultura gastronomica italiana. Dal 1995 a oggi sono aumentati gli italiani che si ispirano alla dieta mediterranea (erano il 41%, oggi sono al 62%), che preferiscono i pasti slow (dal 40% al 21%, alla voce “mangio sempre in fretta”) e che sono più attenti all’alimentazione (dal 24% al 13% la quota di chi afferma “trascuro molto la mia alimentazione”). Non solo: in vent’anni crolla il pasto completo a pranzo (dal 68% al 48%) ma soprattutto alla sera (dal 41% al 25%), mentre cresce la colazione (87% contro 70%) e si fa strada il fuoripasto (36%), non contemplato nel 1995.
Dal 2006 a oggi sono 2 milioni gli italiani che hanno preso le distanze dalla carne, con il 18,1% che la consuma meno di una volta a settimana, mentre aumentano quelli che si ispirano a modelli vegetariani e vegani. Nella piramide alimentare si assiste così a un consolidamento della dieta mediterranea, con la frutta consumata 5,7 volte a settimana, la verdura 4,8 volte e 4,7 la pasta. Poi carne (3,1), formaggi, salumi. Proprio i salumi sono il prodotto di cui il maggior numero di italiani ha diminuito il consumo nel tempo, seguiti da dolci, snack, bevande gassate, pane, surgelati e carne rossa.

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