Dio salvi l’uovo, al netto dell’allarme “Fipronil”, e lo abbini al re dei vini bianchi piemontesi, il Gavi. A dirlo il “vate del tuorlo marinato”, lo chef Carlo Cracco, special guest di “Di Gavi in Gavi”, kermesse dedicata allo storico vino che nasce in Piemonte (www.consorziogavi.com), ma risente dell’influsso marino che arriva dalla costa ligure, come ha ricordato la star di Masterchef.
Il filo rosso che lega l’abbinamento è l’aria pulita, sapida e marina che si respira tra le colline di Gavi, spiega Cracco, e la necessità di abbinare al vino un piatto che abbia una parte sapida ma anche una dolce, una magra e una grassa, e l’uovo, must della cucina dello chef veneto, è l’ideale. “Il vino contribuisce tantissimo al successo di un piatto, d’altronde è la seconda voce della cucina. In base a ciò che mangio scelgo che cosa bere, o a volte anche viceversa - sottolinea Cracco - quello che è fondamentale è puntare sulla valorizzazione dei nostri vitigni, che sono unici, rari”.
Come l’uva Cortese da cui nasce il Gavi, grande vino bianco piemontese, con un produzione che sfiora i 13 milioni di bottiglie, e che finisce per la maggior parte in 65 Paesi di tutto il mondo. E che, dal 25 al 27 agosto, ha animato il borgo e le Corti di Gavi, eccezionalmente aperte, i beni culturali e le cantine, allestite a festa per celebrare e far degustare il Gavi Docg e le altre prelibatezze degli 11 Comuni della Denominazione del grande bianco piemontese, con un evento da “tutto esaurito”. E, rimanendo sui prodotti del territorio ed i piatti che ne nascono, il miglior abbinamento, secondo Cracco, è stato quello con la caponata di peperoni di Carrosio, perchè “la morbidezza e la carnosità del peperone si sposa perfettamente con la freschezza del Gavi”.
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