02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024
SULLA “VIA DELLA SETA”

Il vino italiano vuole tornare a crescere in Cina, attraverso le sue più grandi griffe

A Shanghai, l’8-9 luglio, è di scena “The Great 100 Italian Wineries of Italy”, con la regia del wine writer Ian D’Agata
CINA, IAN D'AGATA, ITALIA, vino, Mondo
Ian d’Agata, wine writer e “regista” di “The Great 100 Italian Wineries of Italy”

La Cina, per l’Italia del vino, è ancora una grande promessa mancata. Dopo anni di investimenti importanti, le importazioni rimangono marginali rispetto al totale del Belpaese: nel 2022 appena 111 milioni di euro sui quasi 8 miliardi di euro in totale, in calo del -11,8% sul 2021, con un 2023 che, nei primi due mesi, fa segnare addirittura un -40% sullo stesso periodo 2022, per appena 8,9 milioni di euro. Eppure, un mercato tanto grande non può non rappresentare un obiettivo primario, per un Paese come l’Italia, in cui (anche) il settore del vino cresce e prospera grazie soprattutto alle esportazioni. E se è fondamentale investire ancora in formazione della cultura del vino italiano e in grandi eventi come le fiere, come hanno raccontato a WineNews, tra gli altri, Celine Guo, di Business Strategies China (con Taste Italy!) e Simone Incontro, General Manager Veronafiere China, altrettanto importante è aprire ancora di più il mercato del Dragone mostrando al pubblico più ampio possibile il meglio dell’eccellenza del vino tricolore, le etichette di quelle grandi griffe il cui prestigio è fondamentale per la costruzione dell’immagine dell’Italia del vino.
E radunando cantine che vanno da Tenuta San Guido a Marchesi di Barolo, da Damilano a Tedeschi, da Barone Pizzini a Masi, da Gianni Galiardo a Folonari, da Tommasi a Donnafugata, da Lungarotti a Canalicchio di Sopra, da Tua Rita ad Elvio Cogno, da Argiano ad Alois Lageder, da Pasqua a Frescobaldi, da Giovanni Sordo a Marramiero, da Apollonio a Castello di Ama, da Benanti a Sesta di Sopra, da Speri a Domini di Castellare, da Brigaldara a Paolo Saracco, da Buglioni a Villa Canestrari, da Tenuta Santa Maria a Capezzana, da Gravner a Sartarelli, per citarne alcune, è quello che farà “The Great 100 Italian Wineries of Italy”, evento che sarà di scena l’8-9 luglio a Shanghai, firmato da “Terroir Sense Wine Review” del wine writer Ian D’Agata, uno dei più profondi conoscitori del vino italiano e delle sue peculiarità (e autore, ogni anno, della sua “The Great 100 Italian Wines off the Year”), insieme a Shanghai United Media Group (la principale società di giornali in Cina, che supervisiona i tre maggiori media statali a Shanghai) e TasteSpirit (la più grande azienda cinese di media e formazione sul vino, con 10 milioni di visitatori unici e 1,6 milioni di follower sui social media nel 2022; gestisce anche la più importante piattaforma di recensioni sul vino in Cina, in collaborazione con 150 diversi importatori di vini pregiati).
Una grande “festa” del vino del Belpaese, ma improntata al business e alla comunicazione, che vedrà protagoniste 100 tra le migliori aziende vinicole italiane, 1.000 addetti ai lavori e appassionati attesi e altri 15.000 partecipanti agli eventi live streaming online ufficiali, con un’esposizione mediatica stimata di 10 milioni di persone tra professionisti e wine lover. Tra degustazioni, masterclass, approfondimenti ed un ricevimento di benvenuto al Pearl Art Museum, progettato dal celebre architetto Tadao Ando.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli