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INNOVAZIONE

Il vino nella bottiglia di cartone dalla Gran Bretagna conquista anche il Giappone

Sostenibile e... resistente ai terremoti: la case history di When in Rome, con un packaging alternativo che ammicca alla bottiglia di vetro

La sfida della sostenibilità, per il mondo del vino, si gioca su più fronti, dalla vigna alla tavola. Il più importante, in termini di impatto e peso specifico lungo la filiera, è il trasporto, che rappresenta un peso ambientale talvolta enorme. Gli spazi per intervenire sono molti, a partire evidentemente dal packaging. Uno dei più grandi produttori di Spagna, Torres, ha lanciato ad esempio l’idea di uno standard unico per le bottiglie in vetro, più leggere e riutilizzabili. I monopoli del Nord Europa, intanto, riconoscono un peso sempre maggiore, nei loro tender, alle confezioni meno impattanti, come i bag-in-box e le lattine. Una sensibilità simile si sta affacciando timidamente anche tra i consumatori giapponesi, in quello che, nel 2022, si è rivelato l’unico mercato in crescita per le spedizioni di vino italiano, con 172,4 milioni di euro di vino importato, il 29,3% in più dei primi 10 mesi 2021.

Testimone di questa nuova tendenza, il brand britannico “When in Rome”specializzato nella commercializzazione di vini italiani (tra cui Montepulciano d’Abruzzo e Nero d’Avola) in formati alternativi, tra cui l’ambiziosa bottiglia di carta, che cela una strategia ben precisa, come racconta al magazine britannico “The Drinks Business” Rob Malin, fondatore e Ceo “When in Rome”. “Non usiamo bottiglie di vetro monouso, ma ci dedichiamo totalmente ai formati alternativi, ed il motivo principale per cui abbiamo adottato le bottiglie di carta è che abbiamo pensato che offrisse una soluzione sostenibile più comprensibile ed accettabile per un consumatore che ha sempre e solo bevuto vino da una bottiglia di vetro, perché ha la stessa forma, dimensione e prezzo di una bottiglia di vetro. L’unica barriera è che è fatta di carta invece che di vetro: passare da una bottiglia di vetro a un bag-in-box o ad una lattina è un atto di fede molto più grande”.

Per il Giappone, però, c’è un altro motivo, oltre alla sostenibilità ambientale, che potrebbe spalancare le porte del mercato al vino nella bottiglia di cartone: la sismicità del Paese asiatico. “Il Giappone è una zona sismica, quindi colpita spesso dai terremoti, e le bottiglie di vetro sugli scaffali rappresentano un rischio per i loro stock, ecco perché hanno risposto con tanto entusiasmo alla bottiglia di carta”, dice Malin, consapevole che i mercati che poggiano sulle faglie non sono poi molti, e che non è certo un driver su cui costruire una strategia di marketing ...

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