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ECONOMIA

Il vino traina il record storico dell’export agroalimentare italiano: Germania e Usa primi partner

Il comparto enoico supera 6,5 miliardi di euro nei primi 11 mesi 2021 (dati Istat analizzati da WineNews). Ristagna il mercato Uk
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Il vino trascina le spedizioni del made in Italy a tavola

Il vino italiano prosegue il suo trend positivo sui mercati esteri, con le spedizioni che, nei primi 11 mesi del 2021, come emerso dai dati Istat analizzati da WineNew, superano i 6,5 miliardi di euro (+12,6%), in linea con quanto registrato da inizio dello scorso anno. Un andamento confortante, che riguarda tutti i mercati principali, dagli Usa alla Germania, dalla Gran Bretagna al Canada. Il vino, così, si conferma un motore importante, capace di trainare tutto l’export agroalimentare italiano, che nel 2021 fa segnare un valore di 52 miliardi, il massimo di sempre, con un aumento del +11% sul 2020, come raccontano i dati Istat elaborati da Ismea, con il vino leader dei prodotti più esportati grazie all’ottima “performance” degli spumanti, che segnano un incremento del +23% in valore.

Tra i principali clienti del tricolore a tavola ci sono gli Stati Uniti, al secondo posto con un incremento del +15%, ma positivo è anche l’andamento in Germania, che si classifica al primo posto tra i Paesi importatori di italian food con un incremento del +9%, e in Francia (+8%), che è stabile al terzo posto, mentre al quarto c’è la Gran Bretagna, dove però le vendite sono stagnanti a causa delle difficoltà legate alla Brexit, tra le procedure doganali e l’aumento dei costi di trasporto dovuti a ritardi e maggiori controlli. Fra gli altri mercati da segnalare la crescita del +16% - nonostante le tensioni internazionali - in Russia e del +27% in Cina.

Per l’alimentare si tratta di un successo - sottolinea la Coldiretti - ottenuto dalla ricerca di gratificazione a tavola nonostante le difficoltà degli scambi commerciali e i lockdown della ristorazione che hanno pesantemente colpito in tutti i continenti. L’emergenza sanitaria Covid ha provocato anche una svolta salutista nei consumatori a livello globale che hanno privilegiato la scelta nel carrello di prodotti alleati del benessere come quelli della Dieta Mediterranea.

I numeri sorridono all’agricoltura italiana che è la più green d’Europa con la leadership nel biologico (che abbraccia 80.000 operatori), il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (316), 526 vini Dop/Igp e 5.333 prodotti alimentari tradizionali. Siamo i primi produttori nell’Unione Europea di vino, riso, grano duro e di tante verdure e ortaggi: dai pomodori alle melanzane, dai carciofi alla cicoria fresca ed ancora, indivie, sedano e finocchi. Stessa cosa per la frutta, dalle mele alle pere fresche, dalle ciliegie alle uve da tavola, dai kiwi alle nocciole fino alle castagne.

“Per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia made in Italy - afferma il presidente Coldiretti Ettore Prandini- serve ora agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo”. Prandini ha sottolineato l’importanza di cogliere l’opportunità del Pnrr per modernizzare la logistica nazionale. Una necessità ancora più attuale di fronte ai rincari energetici che colpiscono anche benzina e gasolio per i trasporti riducendo la competitività delle imprese Made in Italy sui mercati esteri. Secondo l’analisi Coldiretti, su dati del Centro Studi Divulga, l’Italia ha un costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante pari a 1,12 euro/chilometro, più alto di nazioni come la Francia e la Germania e doppio delle realtà dell’Europa dell’Est.

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