“Ancora una volta - dice la Confagricoltura, l'organizzazione leader nella rappresentanza dei datori di lavoro agricoli - si ripropone, come avviene ormai da anni, la questione delle quote di ingresso dei lavoratori stranieri previste dal Decreto flussi e si riapre un rituale, quello dei numeri, che ci dovrebbe essere risparmiato”.
Confagricoltura richiama la sempre maggiore importanza che tali lavoratori rivestono per il sistema delle imprese del nostro Paese, ed in particolare di quelle agricole, tornando a richiedere il superamento del sistema delle quote di ingresso prefissate annualmente.
Sono tre le considerazione di fondo della Confederazione. Innanzitutto l’impossibilità, ad oggi, di verificare l’adeguatezza degli ingressi autorizzati per il corrente anno, visti i ritardi che, per le persistenti difficoltà burocratiche, si verificano nella effettiva disponibilità dei lavoratori richiesti. “Le 170.000 unità fissate dal precedente Governo avrebbero dovuto rappresentare una soglia cautelativa spiega Confagricoltura - ma non sarebbe certamente la prima volta che i fabbisogni previsti si rivelano poi insufficienti”. Occorre, inoltre, intervenire sulle procedure, semplificate solo sulla carta, in quanto il nuovo sistema delle richieste e delle autorizzazioni in moltissime aree del Paese è tutt’altro che a regime, e continua a penalizzare fortemente le imprese e gli stessi lavoratori. “Ma soprattutto - ribadisce Confagricoltura - è necessario abbandonare il sistema delle quote. La legge in vigore prevede che le autorizzazioni siano rilasciate solo in presenza di un rapporto di lavoro certo. Il numero degli ingressi dovrebbe pertanto essere ‘aperto’, in diretta dipendenza dalle richieste dei datori di lavoro.”
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