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IMMIGRAZIONE: I FLUSSI RISPONDONO AD ESIGENZE DI LAVORO NEI CAMPI. I NUMERI DI CHI LAVORA IN AGRICOLTURA

“I nuovi ingressi di extracomunitari stagionali sono un’importante risposta alle esigenze delle campagne italiane”. Lo afferma la Cia, rilevando come “la decisione di autorizzare una congrua quota iniziale di lavoratori stagionali è senz'altro in linea con la richiesta da noi avanzata ed è adeguata a garantire la copertura del fabbisogno annuale manodopera, soprattutto nel momento delle grandi raccolte”.
“L’ingresso di 80.000 lavoratori extracomunitari stagionali e di 2.000 lavoratori che hanno partecipato a programmi di formazione e di istruzione nel Paese d’origine - continua la Cia - rappresenta un passaggio necessario ed atteso dalle aziende agricole che dal 12 marzo (data di pubblicazione del relativo decreto del Presidente del Consiglio) avranno l’opportunità di assumere lavoratori stagionali e programmare compiutamente le attività”.
Ad un anno dall’entrata a regime delle procedure telematiche vi sono ora tutte le premesse - ad avviso della Cia - per superare le note disfunzioni ed i gravi ritardi che si sono verificati nel rilascio dei nullaosta al lavoro e dei visti d’ingresso.
Complessivamente sono quasi 125.000 gli immigrati occupati regolarmente in agricoltura dove rappresentano il 13% del totale dei lavoratori e contribuiscono in modo strutturale e determinante all'economia agricola del Paese. Del totale dei 124.532 lavoratori immigrati 84.384 (86%) sono a tempo determinato mentre 17.540 (14%) a tempo indeterminato. Circa un quarto dei lavoratori immigrati (24%) proviene da Paesi neocomunitari mentre un ulteriore 38% riguarda altri Paesi dell’Est Europa.
A trasferirsi in Italia per lavorare in agricoltura sono principalmente nell’ordine i polacchi (14%), rumeni (14 per%), albanesi e gli indiani (7%) che trovano occupazione soprattutto negli allevamenti del nord per l'abilità e la cura che garantiscono alle mucche. Sono molti i “distretti agricoli” dove i lavoratori immigrati sono diventati indispensabili come nel caso della vendemmia in Piemonte, della raccolta delle fragole nel Veronese, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell’uva in Piemonte, del tabacco in Umbria e Toscana o del pomodoro in Puglia.

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