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“IMPACT DATABANK REVIEW AND FORECAST”, EDIZIONE 2008: MERCATO DEL VINO GLOBALE IN CALO, DOPO UN QUINQUENNIO DI CRESCITA. CONSUMO MONDIALE DEL VINO GIÙ, STATI UNITI IN CONTROTENDENZA E VENDITA DEL VINO MEGLIO DI QUELLA DI BIRRA E BEVANDE SPIRITOSE

Italia
Meno vino sulle tavole

Dopo 5 anni consecutivi di crescita all’inizio di questo decennio, il mercato mondiale del vino ha registrato nel 2008 una stagnazione per il terzo anno consecutivo, con un calo delle vendite di vino nelle nazioni dell’Europa occidentale che ha danneggiato anche i mercati emergenti.

La crisi finanziaria mondiale non è certamente di aiuto. Il consumo mondiale di vino è in calo dell’1% nel 2008, a 2,65 miliardi di casse da 9 litri, almeno stando al “Impact Databank Review and Forecast”, edizione 2008, rapporto sullo stato del mercato globale delle bevande, realizzato dalla Shanken Communications, la società madre di “Wine Spectator”. E la recessione mondiale si prevede che avrà un impatto negativo sulle bevande alcoliche anche nel 2009, e probabilmente nel 2010.

A dispetto della crisi finanziaria, però, il consumo di vino negli Stati Uniti, ha registrato un ennesimo aumento nel 2008, anche se a un tasso più lento (solo 1,5%), rispetto al 2001, l’ultima volta che l’economia statunitense era in difficoltà. Nel 2008, la vendita di vino negli Stati Uniti hanno superato quelle di birra e distillati alcolici, in controtendenza con l’andamento globale, dove birra e bevande spiritose hanno oltrepassato il consumo di vino negli ultimi 3 anni, principalmente a causa della crescita in Cina, Russia e India.

Il vino rappresenta un caso a parte, nel senso che la sua industria è significativamente molto meno dipendente dal marchio rispetto a quella della birra e delle bevande alcoliche. Il più grande fra i 25 maggiori marchi del vino al mondo copre appena l’8% del mercato mondiale e questo fatto spiega molto bene la natura estremamente frammentata del mondo del vino. I più grandi fra i 25 maggiori marchi della birra e delle bevande alcoliche al mondo coprono rispettivamente una quota di mercato del 27% e del 18%. In particolare con il vino, però, gli americani (e gli inglesi, in una certa misura) tendono ad essere più consapevoli del marchio rispetto ai loro omologhi di Francia, Italia e degli altri paesi dove si consuma vino.

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