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NELLA TERRA DEL RUCHÈ

Impianto agrivoltaico nella valle di Altavilla Monferrato: il Comune di Viarigi fa ricorso al Tar

Insieme ad un Comitato e un agricoltore confinante: “l’area è la zona tampone di un sito Unesco e l’impatto paesaggistico non è stato considerato”
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La vallata di Altavilla Monferrato vista da Viarigi

Un impianto agrivoltaico da 990 kilowattora distribuito su 22.500 metri quadrati di terreni agricoli nella vallata di Altavilla Monferrato, in provincia di Alessandria, un territorio che rientra nei disciplinari di produzione di vini Doc e Docg, tra cui la Barbera d’Asti e il Ruché di Castagnole Monferrato. Dopo la “lettera aperta” del produttore di Ruché, Luca Ferraris, il Comune di Viarigi, il Comitato Tutela Viarigi e Valle Grana e un agricoltore confinante dicono no e hanno presentato ricorso al Tar contro la realizzazione del progetto. Secondo i ricorrenti, infatti, l’intervento presenta gravi criticità sotto il profilo paesaggistico, urbanistico e procedurale. L’area interessata rientra nella buffer zone (la “zona tampone” ovvero “un’area che deve garantire un livello di protezione aggiuntiva ai beni riconosciuti patrimonio mondiale dell’umanità”, ndr) del sito Unesco “I Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato”: un areale in cui la normativa regionale impone specifici studi di compatibilità paesaggistica e visiva per ogni progetto di questo tipo.
“Non siamo contrari alle energie rinnovabili, ma vogliamo che siano realizzate nel rispetto delle regole e dei luoghi - dice Dante Bussa, portavoce del Comitato - questo impianto è un intervento sproporzionato che modifica un paesaggio unico e riconosciuto a livello mondiale”.
Il ricorso chiede l’annullamento del parere paesaggistico e dell’autorizzazione, formatasi per silenzio-assenso sul procedimento unico attivato dalla società proponente: un’azienda agricola dedita all’apicoltura e coltivazione di fiori in ragione del mantenimento della continuità agricola. Un requisito che, però, i ricorrenti accusano di essere “meramente strumentale alla realizzazione di un impianto fotovoltaico tradizionale”. Richiesta, inoltre, la sospensione immediata dei lavori e la verifica tecnica completa dell’impatto sul paesaggio Unesco, oltre al ripristino dell’accesso su una strada vicinale, ora recintata e chiusa con cancello, lamentata da un agricoltore confinante.
Lo studio presentato dalla società risulta, inoltre, secondo i ricorrenti, “incompleto e fuorviante, poiché non considera l’impatto visivo dell’impianto dai belvedere e dai crinali panoramici del Comune di Viarigi, né la vicinanza della Torre dei Segnali di Viarigi, bene vincolato e simbolo del paese” e le cui “verifiche geologiche e idrauliche sono state insufficienti” anche in ragione della prossimità con un rio soggetto a esondazioni.
“Il Comune ha deciso di agire per tutelare il proprio territorio e l’interesse collettivo dei cittadini. Il paesaggio è un bene pubblico e va gestito con equilibrio e trasparenza - sostiene il sindaco di Viarigi, Francesca Ferraris - il nostro è uno dei sette Comuni dove si può produrre la Docg Ruché di Castagnole Monferrato. L’unica vera risorsa che abbiamo è la terra e la bellezza del paesaggio: elementi che garantiscono lavoro, turismo e qualità della vita”.

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