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IMU AGRICOLA, IL PRESIDENTE DELLA CIA - CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI, GIUSEPPE POLITI, SCRIVE AL SOTTOSEGRETARIO ALL’ECONOMIA VIERI CERIANI: “VOGLIAMO MASSIMA CHIAREZZA ED IL RISPETTO DEGLI IMPEGNI ASSUNTI DAL GOVERNO”

“Sull’Imu agricola vogliamo la massima chiarezza. Gli agricoltori devono sapere quanto pagare. Il Governo deve rispettare gli impegni assunti nei mesi scorsi nei confronti della categoria con la cosiddetta “clausola di salvaguardia”. Un’esigenza questa che diventa ancora più indispensabile davanti alla babele di decisioni adottate dai comuni, alcuni dei quali hanno portato l’aliquota al livello più alto (10,6 per mille ) sui terreni agricoli”. A chiederlo, è il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori, Giuseppe Politi, in una lettera inviata al sottosegretario all’Economia Vieri Ceriani. La preoccupazione è legata agli effetti che “una confusa applicazione dell’Imu sul mondo agricolo rischia di provocare. Purtroppo - scrive il presidente della Cia - le scelte compiute da alcune amministrazioni comunali stanno comportando notevoli tensioni: basti citare, ad esempio, i disordini intervenuti a seguito della decisione del comune di Sanremo di applicare l’aliquota massima Imu del 10,6 per mille sui terreni agricoli, con un incremento del prelievo impositivo 6-7 volte superiore a quello dell’Ici. Sono delibere - continua Politi - che creano una legittima preoccupazione, che potrebbe acuirsi nell’imminenza dell’ormai ravvicinata data del saldo (17 dicembre). Questo anche se le aliquote relative ai fabbricati rurali strumentali e ai terreni agricoli non possono ritenersi definitive in quanto il governo ne ha stabilito l’eventuale revisione (ad opera di un decreto del Presidente del Consiglio da emanarsi entro il prossimo 10 dicembre) sulla base dell’andamento del gettito Imu derivante dal pagamento della prima rate e sulla base delle risultanze dell’accatastamento”.
Il presidente della Cia chiede quindi al sottosegretario Ceriani, nel rispetto della “clausola di salvaguardia”, “un impegno nell’anticipazione dei termini del decreto, ben consapevoli che la disponibilità di dati certi si avrà solo a partire dal prossimo 30 novembre, termine per l’accatastamento dei fabbricati rurali ad oggi iscritti nel catasto terreni”. Anche perché, secondo Politi, anche in assenza di dati definitivi, “una preventiva comunicazione del gettito prodotto dai terreni agricoli in sede di primo acconto Imu, unita ad una stima del gettito atteso derivante dai fabbricati rurali ad oggi presenti nella banca dati del catasto, possa contribuire a creare un clima di confronto più disteso rendendo gli agricoltori maggiormente consapevoli dei margini di azione a disposizione del governo. Occorre mettere gli agricoltori nella condizione di poter ottemperare al pagamento Imu, nel rispetto del precetto normativo, sul presupposto di sostenibilità del peso impositivo, pienamente consapevoli del proprio diritto ad una revisione delle aliquote d’imposta qualora quelle stabilite dai comuni dovessero infrangere il limite di contribuzione aggiuntiva posto a carico del settore agricolo”. Un’eventualità, conclude Politi, “che rischia di verificarsi. Da qui la richiesta al sottosegretario all’Economia di intervenire rapidamente così da consentire ai possessori di fabbricati rurali strumentali e di terreni agricoli la determinazione del saldo Imu su presupposti migliorativi”.

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