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“IMU, IMPATTO PESANTISSIMO, VA RIVISTA”. LO DICE OGGI A “IL SOLE 24 ORE” IL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE MARIO CATANIA. “AL MINISTERO DELL’ECONOMIA LETTURA SBAGLIATA DELL’INTERA QUESTIONE DELLA FISCALITÀ AGRICOLA”. MA SI PUÒ TORNARE INDIETRO?

Il dibattito sull’impatto dell’Imu in agricoltura (che ormai è legge, ndr) entra sempre più nel vivo. Le organizzazioni agricole, da Confagricoltura a Coldiretti a Cia-Confederazione Italiana Agricoltori, parlano di un extragettito tra 1 e 1,5 miliardi di euro ma, viene il dubbio che siano stime “prudenti”. Anche noi abbiamo fatto il nostro calcolo “non scientifico”, ipotizzando un salasso, tra fabbricati e terreni, di 4-5 miliardi di euro. E ora anche il Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania fa capire che qualche cosa non torna e che forse, nell’urgenza di far quadrare i conti dello Stato, si son fatte le cose alla leggera, preferendo la logica del “meglio l’uovo oggi (il gettito fiscale portato dalla nuova Imu) che una gallina domani (la sopravvivenza di tante imprese agricole)”. Lo dice oggi, con altre parole, a “Il Sole 24 Ore”: “l’impatto dell’Imu è pesantissimo. Mi impegnerò perché venga modificata. A costo di sbatterci la testa. Non possiamo tassare anche le stalle sugli alpeggi. L’agricoltura non può tollerare un’ulteriore stangata fiscale. All’interno del Ministero dell’Economia c’è stata una lettura sbagliata dell’intera questione della fiscalità agricola. Al settore viene attribuita una ricchezza che non trova nessun riscontro nella realtà”. Insomma, come dire che all’Economia si sono fatti i conti senza l’oste. Anche perché al di là della valutazione del gettito che può venire dall’aumento dell’imposta sui terreni, che si può fare perché i valori e le superfici dei terreni agricoli, bene o male, si conoscono, il nodo cruciale è quello dei fabbricati agricoli strumentali che, finora esenti da tasse e registrati nel catasto agricolo, vanno ricontati, rivalutati e accatastati nel catasto civile. Un lavoro che si annuncia enorme, complesso e costoso per imprese e pubbliche amministrazioni e, che in definitiva, nessuno sa con esattezza quanti soldi potrebbe portare, da ora in poi, nelle casse dello Stato. Forse, pare di capire, più di quanti l’agricoltura effettivamente li possa dare. Ma ora, Ministro, si può davvero tornare indietro?

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