A leggere certi numeri, acquistare vino in Turchia non è cosa da tutti. In 10 anni, a partire, cioè, dal 2015, l’aumento di prezzo registrato per il nettare di Bacco è del +1.581,8%: ad incidere è, senz’altro, l’altissima inflazione al +33,29% presente nel Paese (dati TrendingEconomics), ma anche le tasse imposte sugli alcolici dal Governo turco in ragione anche dei tanti musulmani che vi risiedono. Significa che una bottiglia che nel 2015 costava 1.468 lire turche (circa 30 euro) oggi viaggia a 24.692 lire turche (e cioè 504,90 euro). Entrando, invece, all’interno dell’Unione Europea, e dell’Eurozona, il prezzo del vino al consumo in un decennio è aumentato più di tutti in Croazia (terra ricca di tradizione enologica, specie per le uve bianche): +92%, e, sempre restando sull’esempio della bottiglia, quella che nel 2015 nel Paese balcanico costava 30 euro oggi viene 57,6 euro. Completa il podio la Bulgaria, i cui vini stanno diventando sempre più popolari (con la Regione di Plovdiv incoronata miglior capitale del vino in Europa da “European Best Destinations”), che fa registrare un incremento del 67%.
E l’Italia? È uno dei 33 Paesi dell’Europa, analizzati dall’American Association of Wine Economists (Aawe) su dati Federal Reserve Economic Data, dove l’aumento di prezzo del vino al consumo è stato tra i più bassi: +7,4% (con la bottiglia da 30 euro salita a 32,22 euro), superiore solo alla Svizzera (+4,8%), tra gli Stati dove il costo del prodotto è cresciuto di meno. Perché nella graduatoria ci sono anche Cipro e Irlanda che, invece, in 10 anni, hanno visto il prezzo diminuire, rispettivamente del -6,2% e del -11%. L’Aawe ha, infatti, esaminato le variazioni percentuali degli indici armonizzati dei prezzi al consumo del vino sulla media 2015 (non destagionalizzate) su 33 Paesi selezionati afferenti geograficamente all’Europa - Albania, Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Montenegro, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera e Turchia - seppur in tanti con regole commerciali e moneta diversa: non tutti, infatti, fanno parte dell’Unione Europea e anche tra chi ne è Stato membro, non tutti hanno adottato l’euro (come Danimarca, Svezia e Ungheria per esempio).
Tornando all’Italia, guardando al grafico relativo, il picco dell’aumento del prezzo del vino nello Stivale negli ultimi 10 anni si è avuto nell’agosto 2023 (+11,1%), mentre il punto più basso è stato nell’aprile 2017 quando il costo era diminuito del -0,7%. Ad anno nuovo invece, nel 2025, si osserva che a gennaio il vino costava il +8,7%, scendendo ad aprile a +6,7%, per risalire ad agosto a +8,1% e fermarsi a settembre (ultimi dati Fred disponibili) a, come detto, +7,4%. L’inflazione, una delle cause principali dell’innalzamento dei prezzi, ma non il solo (incidono anche l’aumento dei costi produttivi e il rincaro della materie prime, per esempio), attualmente nello Stivale è a +1,7% (dati Istat), mentre all’interno dell’Unione Europea a settembre 2025 ha registrato un incremento annuale del 2,2% secondo l’Eurostat. In 10 anni, a partire da gennaio 2015 e seguendo lo studio Aawe, è aumentata del 2,4% (con il picco del +10,6% ad ottobre 2022), pesando su tutti i settori, vino compreso.
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