Sono oltre 3 milioni le persone in Italia che soffrono di disturbi del comportamento alimentare (Dca), con un incremento di oltre il 30% registrato negli anni della pandemia. Si è inoltre abbassata l’età di esordio del disturbo, scendendo alla fascia pre-adolescenziale (8-12 anni) e si è ampliata la sua diffusione tra la popolazione maschile. Ma il contatto diretto con la natura, gli orti didattici, i laboratori didattici e le esperienze con gli chef possono essere di aiuto, e da acerrimo nemico il cibo può diventare un’opportunità di crescita personale e professionale per tanti ragazzi: è la convinzione della Fondazione Cotarella, che, con le sue attività, contribuisce concretamente a supportare chi soffre di Dca, con un’attenzione particolare ai più giovani. “Il tema dei disturbi del comportamento alimentare merita una maggiore attenzione - spiegano Dominga, Marta ed Enrica Cotarella, insieme al direttore della Fondazione, Ruggero Parrotto - i giovani, le famiglie, il mondo della scuola, quello del lavoro, sono tanti i soggetti e le realtà che ogni giorno sono chiamati a mettersi in gioco, che chiedono aiuto, che vogliono fare la propria parte, che possono offrire una prospettiva, una speranza di potercela fare, una opportunità di riscatto. L’obiettivo della Fondazione Cotarella - proseguono - è quello di creare le condizioni perchè i giovani che hanno un approccio difficile con il cibo possano essere aiutati a convivere con questo problema, allenandosi a guardare oltre e a fare del cibo stesso uno strumento per rimettersi in gioco, un alleato per ripartire, per trovare una prospettiva personale e professionale. In molti condividono questa visione e sono al fianco di Fondazione Cotarella nell’accompagnare i pazienti e le loro famiglie. Anche il mondo dell’alta ristorazione può fare la sua parte, perchè dietro un grande piatto c’è impegno, lavoro, creatività, sacrificio, qualità. E c’è una grande attenzione alle materie prime, a chi le produce, a chi le sceglie, a chi dedica la propria vita al rispetto dell’ambiente e della natura. Grazie a tanti professionisti, sensibili e attenti, abbiamo pensato che potrà essere utile consolidare e accrescere la rete di relazioni che dal territorio arrivano alla tavola, favorendo un nuovo modo di rapportarsi al cibo, più sostenibile e più consapevole”. Già ad Identità Milano, in gennaio 2023, la Fondazione Cotarella aveva proposto di “rivoluzionare” la prospettiva con i tanti appuntamenti di “Golosi di Identità”, proprio per richiamare l’attenzione su cosa c’è dietro a un difficile rapporto con il cibo, alla faticosa ricerca dell’equilibrio, al bisogno di dare senso alle nostre scelte importanti e di tutti i giorni: è, in questo senso che, il 2 marzo, a Milano, è di scena una cena di solidarietà all’hub Identità Golose - in collaborazione con Identità Golose - con l’obiettivo di raccogliere fondi finalizzati alla realizzazione di progetti di formazione, creatività e opportunità professionali nel mondo del cibo di qualità. I protagonisti sono quattro chef d’eccezione, che si dedicheranno ad un menu abbinato ai vini della famiglia Cotarella: Andrea Aprea, chef e patron del suo ristorante di Milano, una stella Michelin, Enrico e Roberto Cerea, del ristorante Da Vittorio, tre stelle Michelin, l’ideatore della cucina pop Davide Oldani, chef e patron del ristorante D’O, due stelle Michelin, Guido Paternollo, apprezzato chef del Pellico 3, il ristorante del Park Hyatt di Milano.
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