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In Brasile anche i salumi fanno goal: mentre si giocano i Mondiali, le Autorità brasiliane approvano il nuovo certificato sanitario per l’esportazione dall’Italia al Brasile di prodotti derivati dalle carni suine riconoscendo la malattia vescicolare

Non Solo Vino
I salumi italiani vanno in goal in Brasile

In Brasile anche i salumi fanno goal, e mentre si giocano i Mondiali, proprio dal Paese carioca per l’Italia del wine & food arriva una buona notizia: il 18 giugno le Autorità brasiliane hanno comunicato l’approvazione del nuovo certificato sanitario per l’esportazione dall’Italia verso il Brasile di prodotti derivati dalle carni suine, con la pubblicazione del provvedimento con cui le Autorità hanno riconosciuto la regionalizzazione della malattia vescicolare e quindi autorizzato l’ingresso di prodotti di salumeria stagionati almeno 30 giorni provenienti dalla “Macroregione del Nord”, che comprende Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Marche e le Province autonome di Trento e Bolzano. Il mercato brasiliano, comunica l’Assica-Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi, si apre così a salami, pancette e coppe, che si aggiungono a prosciutti crudi, prosciutti cotti, mortadelle e cotechini, prodotti già esportabili in Brasile.
In Brasile i nostri prodotti sono molto diffusi e conosciuti grazie alle comunità di italiani presenti nel Paese da circa 150 anni e che hanno anche avviato loro stessi produzioni locali di salumi. Un mercato, quello del Brasile, molto dinamico e in forte crescita. Nel 2013 le esportazioni dei nostri salumi hanno segnato un +21% in valore e +20% in quantità, se si considerano gli ultimi cinque anni il totale dell’export è più che raddoppiato. Per quanto riguarda i prodotti che si esportano la parte del leone la fa il prosciutto crudo che ha avuto una crescita del +17%, seguono i salumi cotti (mortadelle, wurstel, cotechini e zamponi) con +9% (elaborazioni Assica su dati Istat).

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