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IN EUROPA INFURIA LA “GUERRA” SULLE ETICHETTE DEGLI ALIMENTI. SI AI PROFILI NUTRIZIONALI, NO AI “SEMAFORI” PER GLI ALIMENTI. IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE AGRICOLTURA UE, PAOLO DE CASTRO: “L’UNIONE HA PRESO LA STRADA GIUSTA”

Alla fine è arrivata per tutti una vittoria (o una sconfitta) a metà. I voti del Parlamento Europeo sulla riforma dei regolamenti per l’etichettatura degli alimenti, hanno detto no ai “semafori” rossi, gialli e verdi sulle confezioni, per identificare subito la salubrità degli alimenti, tanto temuti dall’industria alimentare (avrebbero speso 1 miliardo di euro e inviato più di 100.000 email pur di bloccare la proposta, secondo quanto rivela il Corporate Europe Observatory, che analizza e denuncia l’influenza degli interessi industriali sulla legislazione e sulle politiche dell’Ue) “perché rischiano di fare discriminazioni tra cibi buoni e cattivi” (E’ una chiarissima vittoria delle lobby dell’industria alimentare, che, e si ai profili nutrizionali (in parte già in vigore, ma si votava per l’abrogazione della norma che li prevede) ben visibili in etichetta con l’indicazione ben visibile di grassi, zuccheri sale e calorie dell’alimento. La norma sui “profili nutrizionali” salvata nel testo, che ora passa alla Commissione Europea, è anche quella che, di fatto, impedisce pubblicità che attribuiscono effetti benefici a determinati alimenti che non siano basati su evidenze scientifiche e approvati dall’Efsa (l’Autorità Ue di sicurezza alimentare). Sul retro della confezione, inoltre, andranno indicati anche i dettagli sugli altri nutrienti principali: le proteine, le fibre e i grassi trans (insaturi). Ci sarà anche l’obbligo di menzionare in etichetta la presenza di ingredienti prodotti con le nanotecnologie. Per il momento, dall’obbligo di indicare le calorie (per 100 grammi per i cibi e per 100 ml per le bevande), restano esclusi il vino e le bevande alcoliche in generale. A esultare pienamente sono invece coloro che volevano l’indicazione dell’origine in etichetta: l’Europarlamento ha approvato infatti gli emendamenti che chiedevano di specificare la provenienza di tutti i tipi di carne e pollame, dei prodotti lattieri e di altri ingredienti singoli. Oggi l’obbligo di etichettatura d’origine nell’Unione riguarda solo la carne di manzo, il miele, l’olio d’oliva, i prodotti della pesca e frutta e verdure fresche. Gli eurodeputati chiedono anche di estendere quest’obbligo a carne, pesce e pollame usati come ingredienti nei cibi trasformati, ma in questo caso è passato un emendamento che condiziona questa norma a una valutazione d’impatto economico. Ma intanto, in Italia, sui media già impazza l’”allarme Nutella”: “la nostra grande preoccupazione, come per la stragrande maggioranza dei prodotti dolciari - ha spiegato vicepresidente del Gruppo Ferrero, Francesco Paolo Fulci Fulci - è che oggi ci dicono di non fare messaggi promozionali, ma domani ci faranno scrivere come sulle sigarette: “attenti è pericolosa, favorisce l’obesità, o magari ci metteranno delle tasse fortissime come hanno previsto di fare in Romania”.

Soddisfatto, comunque, il Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, Paolo De Castro: “l’Aula di Strasburgo ha accolto gran parte delle richieste avanzate dal settore. Abbiamo scongiurato l’ipotesi d’indicare il valore energetico sulle etichette delle bevande alcoliche, incluso il vino. In tema di origine, sono state recepite le indicazioni della Commissione Agricoltura e il testo approvato prevede l’obbligo d’indicare in etichetta il luogo di provenienza per i prodotti agricoli, per i prodotti mono ingrediente e per carne e pesce ove utilizzati come unico ingrediente nei prodotti trasformati. L’applicazione di tale obbligo sui singoli prodotti sarà demandata ad atti delegati su cui il Parlamento potrà controllare l’esercizio delle competenze della Commissione attraverso il diritto di revoca o di obiezione. Abbiamo poi sventato numerosi tentativi di introdurre sistemi cromatici di etichettatura (Multiple traffic ligths) che avrebbero rischiato di indurre il consumatore in erronee interpretazioni. Un ultima novità riguarda il tema delle marche commerciali previste dall’emendamento 100 che rende obbligatorio in etichetta il nome del produttore e garantisce una leva competitiva per le imprese di produzione. Adesso, la palla passa al Consiglio che dovrà valutare se adottare l’atto così come modificato dal Parlamento, ovvero se predisporre una “posizione comune” e dare avvio alla seconda lettura. Comunque - conclude De Castro - l’Europa dimostra di sapersi muovere nella giusta direzione in tema di etichettatura dei prodotti agroalimentari”.

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