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IN EUROPA SOLO I VERI AGRICOLTORI, QUELLI CHE PRODUCONO PER ASSICURARE IL CIBO AL CONSUMATORE, POTRANNO CONTINUARE IN FUTURO A BENEFICIARE DEI FONDI UE. È QUESTA LA NOVITÀ CHE ARRIVA DAI LAVORI DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DELL’AGRICOLTURA UE

In Europa solo i veri agricoltori, quelli che producono per assicurare il cibo al consumatore, potranno continuare in futuro a beneficiare dei fondi che l’Europa versa alle aziende agricole. È questa la novità che arriva dai lavori del Consiglio dei ministri dell’agricoltura dell’Ue, il primo in cui i negoziati sulla politica agricola comune (Pac) post-2013 sono entrati veramente nel vivo della discussione.

Nella futura Pac, come ha proposto il Commissario europeo all’agricoltura Dacian Ciolos, i contributi europei non dovranno più andare a tutti quei terreni agricoli che non producono: tra questi, terreni gestiti da aeroporti, dalle compagnie ferroviarie, da quelle immobiliari e sportive, come i grandi terreni da golf, ma solo agli “agricoltori attivi”, sulla cui definizione il confronto è ancora aperto tra i vari Paesi. Una direzione condivisa e appoggiata anche dal Ministro per le Politiche Agricole Mario Catania: “ormai è convinzione diffusa che il sostegno della Pac debba andare in primo luogo agli agricoltori attivi. È un tema non facile da affrontare, sia sotto il profilo politico che tecnico. La massa di risorse che si può liberare con questa operazione non è enorme: non dovrebbe arrivare al 7-8% per cento del totale, però è importante perché in una fase di crisi è giusto concentrare il sostegno sugli agricoltori attivi”.

I ministri hanno poi affrontato il tema del sostegno dei giovani in agricoltura, su cui restano molte titubanze da parte di alcuni Stati membri, ma non da parte italiana che ha dato un “pieno appoggio convinto alla proposta della Commissione. Diciamo sempre che va sostenuto il ringiovanimento dell’agricoltura - ha spiegato Catania - e questo è il momento di farlo effettivamente: così sostengo come buona base di partenza la proposta di maggiorare del 25% gli aiuti Ue ai giovani”. Rispetto alla definizione di piccoli produttori, invece, c’è ancora molto lavoro da fare a livello europeo: “nella situazione italiana - ha detto il ministro - occorre un regime che sappia distinguere il piccolo agricoltori agricolo, che è un agricoltore, da colui che ha un appezzamento ma fa altre attività. Sul part-time è il momento di una riflessione”. Catania ha poi incontrato bilateralmente i colleghi di Polonia ed Irlanda, e se con il secondo i rapporti sono buoni e la convergenza è pressoché totale, “anche parlando con il ministro polacco ho visto che si sono molto avvicinati alle nostre tesi, non c’è più quella lontananza quando sostenevano che gli aiuti e dovevano essere distribuiti solo sulla base della superficie agricola. Adesso sembra che abbiano compreso anche loro che questo tipo di approccio non ci porta lontano, per cui alla fine potremmo uccidere la Pac”.

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