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IN ITALIA 1 BAMBINO SU 3 È SOVRAPPESO, 1 SU 10 OBESO (MA NON LO È PER IL 36% DEI LORO GENITORI) E I DIETISTI ITALIANI DELL’ANDID LANCIANO L’ALLARME: SOLO IL 68% DELLE SCUOLE HA UNA MENSA, SI MANGIA MALE E NESSUNO CONTROLLA COME SI NUTRONO I BAMBINI

In Italia un bambino su tre è sovrappeso e uno su dieci obeso con il rischio che nel 50% dei casi lo sia anche da adulto, anche se, secondo l’Istituto Superiore di Sanità (Iss), il 36% dei loro genitori non ritiene che lo siano. Un dato che ci colloca al terzo e al quarto posto in Europa per la maggiore incidenza di bambini sovrappeso e obesi. E i dietisti lanciano l’allarme: a scuola si mangia male, nessuno controlla come si nutrono i bambini, specie quelli fino agli 8-9 anni nei quali manca l’idea di porzione e di arco di tempo. A lanciare l’allarme è l’Andid, l’Associazione Nazionale dei Dietisti Italiani (www.dietistiandid.it), dal Congresso Nazionale n. 24, di scena a Verona. Chiave di volta dovrebbe essere la scuola. Eppure, secondo i dati emersi da “Okkio alla Salute”, il sistema di sorveglianza sulle abitudini alimentari e sull’attività fisica dei bambini delle scuole primarie dell’Iss, su oltre 2.200 plessi di scuola primarie italiane esaminate, relativamente alla struttura degli impianti, ai programmi didattici, alle iniziative di promozione della sana nutrizione e dell’attività fisica degli alunni, solo il 68% delle scuole possiede una mensa, il 38% prevede la distribuzione per la merenda di metà mattina di alimenti salutari (frutta, yogurt) ed il 34% delle classi svolge meno di due ore di attività motoria a settimana. Inoltre solo 1 scuola su 3 ha avviato iniziative a favore di una sana alimentazione e l’attività motoria, con il coinvolgimento dei genitori.
“Se da un lato i menu sono, o almeno dovrebbero essere, preparati da un dietista, quindi bilanciati e adatti alla crescita dei bambini - spiega Giovanna Cecchetto, presidente dell’Andid - dall’altro raramente nelle sale mensa sono controllati gli abbinamenti dei cibi, e meno ancora si verifica che i bambini scelgano correttamente gli alimenti e completino i piatti”. Senza contare poi che merendine o patatine sono spesso lo spuntino preferito scelto dai genitori, che non controllano neppure l’alimentazione a colazione e a cena.
Niente da stupirsi: secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità tra le madri di bambini in sovrappeso o obesi, il 36% non ritiene che il proprio figlio lo sia, mentre è solo il 29% a pensare che la quantità di cibo da lui assunta sia eccessiva. “La prevenzione dell’obesità infantile - dichiara la Cecchetto - deve iniziare fin da neonati, favorendo il più possibile l’allattamento protratto al seno e tenendo sotto controllo l’eccessivo recupero di peso nei primi anni di vita. Studi scientifici hanno infatti dimostrato che quasi la metà di bambini obesi resteranno tali anche da adulti, favorendo però la prevalenza elevata alla sindrome metabolica, strettamente connessa al tipo di alimentazione, già in eta’ adolescenziale”. Ad un’alimentazione scorretta, come se non bastasse, si combina poi la scarsa attività fisica. Poco consapevoli i genitori poiché su questo aspetto, solo il 43% delle madri-genitori di figli obesi e fisicamente poco attivi ritiene che svolga un’attività motoria insufficiente. Ad intervenire, dovrebbe essere la scuola, ma ciò non sempre avviene, come dimostrano i numeri diffusi da “Okkio alla Salute”. Per sensibilizzare a questi importanti concetti è in arrivo nei prossimi mesi, edito dall’Istituto Scotti Bassani per la ricerca e l’informazione scientifica - Milano, un “Atlante Fotografico” rivolto agli operatori del settore e alla classe pediatrica, da utilizzare con bambini e genitori perché anche a casa la situazione non è migliore.

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