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IN ITALIA 3 MILIONI DI PERSONE SOFFRONO DI ANORESSIA, BULIMIA E DISTURBO DA ALIMENTAZIONE INCONTROLLATA. A SOFFRIRNE SOPRATTUTTO LE DONNE, GIA’ DAGLI 8 ANNI, COME SPIEGA LA DOTTORESSA LAURA DALLA RAGIONE DEL MINISTERO DELLA SALUTE

In Italia tre milioni di persone soffrono di anoressia, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata: “un’epidemia sociale”, come l’ha definita la dottoressa Laura Dalla Ragione, referente del Ministero della Salute, che colpisce soprattutto le donne (80%), ma l’ossessione per il cibo è sempre più precoce, già a partire dagli 8 anni. E, come se non bastasse, 500.000 di loro fanno contemporaneamente uso di alcol, e rientrano nel fenomeno, nuovo in Italia, chiamato “drunkoressia”.

“In Italia siamo di fronte ad una vera epidemia sociale - spiega Dalla Ragione - e stiamo parlando di tre milioni di persone ammalate che soffrono di anoressia, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata”. I casi più precoci che “non sono più un eccezione, si registrano tra i bambini di 8-10 anni”. Ad essere più colpite sono le femmine ma “tra qualche anno non si potrà più parlare di disturbo di genere”. Oggi, i maschi sono il 20% del totale e anche per loro “il corpo è espressione di grosso disagio”. I disturbi alimentari non sono l’unico nemico contro cui questi giovani devono combattere: di tre milioni di ammalati, 500.000 fanno, contemporaneamente, uso di alcol e rientrano nel fenomeno, nuovo in Italia, chiamato drunkoressia.

“In soggetti già sottopeso - afferma Emanuele Scafato, ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità e direttore dell’Osservatorio Nazionale sull’alcol - la drunkoressia provoca un dimagrimento patologico e crea dipendenza da alcol, che, a sua volta, può portare nel lungo periodo a cirrosi epatica, tumori del fegato e lesioni cancerose al seno, oltre ad una grave sindrome psicologica in questi ragazzi”. “L’alcol fa abbassare i battiti del cuore - racconta Pamela, una ragazza bulimica che ha avuto il primo attacco a 8 anni e ricoverata in un centro per disturbi alimentari - e poi si consumano hashish e antidepressivi per riuscire a dormire”. La commistione tra alcol e stupefacenti è quasi la regola per alcune di queste giovani.

“Droghe, farmaci e alcol erano l’unico modo per riuscire ad uscire da una situazione di controllo costante del peso che mi ero imposta - dice Federica, 29 anni anoressica e già ricoverata cinque volte, anche in terapia intensiva - in cui mi controllavo freneticamente la circonferenza e toccavo tutte le ossa visibili. Da sola non ci riuscivo a lasciarmi andare e mi sono aiutata con queste sostanze”.

I centri per la cura dei disturbi alimentari sono pochi in Italia. In quello più grande, a Varese, Villa Miralago, sono ricoverati 46 tra ragazzi e ragazze (anche minorenni) che ci restano anche più di un anno, assistiti da un’equipe di 53 specialisti tra psicologi, nutrizionisti ed educatori. Le liste d’attesa sono lunghe mesi e nel frattempo la malattia può avere un esito fatale. “Di anoressia si muore, sia per suicidio che per effetti collaterali importanti. Oggi è la prima causa di morte psichiatrica, ancor più della depressione - dice Dalla Ragione - e ogni anno in Italia muoiono 7-8.000 persone”.

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