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In Italia ci sono 27.000 macellerie a cui si rivolge il 40% dei consumatori, erano il 100% 30 anni fa. Quando il macellaio era una figura centrale in paese. “Oggi deve diventare il sommelier della carne”: così da Eurocarne (a Verona nel 2015)

In Italia le macellerie tradizionali sono 27.000, comprese quelle equine e avicole, a cui si rivolge il 35-40% dei consumatori di carne, pochi anni fa erano il 50%, 30-40 anni fa il 100%. “Eppure siamo sempre stati un punto di riferimento, siamo quelli che ci mettono la faccia e garantiscono il prodotto in prima persona. Se pensiamo a 40-50 anni fa, il macellaio era una figura centrale della vita di un paese, insieme al sindaco, al parroco, al medico. Il macellaio muoveva l’economia del territorio, andando a ricercare personalmente la carne. Oggi è rimasto una figura rara. E, soprattutto, chi vuole abbracciare questa professione deve avere una conoscenza direi universitaria su molte materie, dalla dietetica all’informatica. Oggi la bilancia è un computer, tanto per rimanere all’attività quotidiana”. A dirlo è Gianpaolo Angelotti, presidente Fiesa-Assomacellai, l’associazione di rappresentanza dei macellai, legata a Confesercenti, protagonista ad “Eurocarne”, salone internazionale dedicato all’industria e alla filiera della carne, in programma dal 10 al 13 maggio 2015 a Veronafiere, che, poiché in fiera si va per imparare, ha “deciso di organizzare dei corsi per degustare la carne al meglio”, per elevare la categoria, formare operatori sempre più competenti in materia e perché “i nostri operatori devono diventare i sommelier della carne”.
Info: www.eurocarne.it

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