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IN ITALIA IL PANETTONE DIVENTA A PROVA DI FALSARI, MA ALL’ESTERO 7 CONSUMATORI SU 10 ACQUISTANO PRODOTTI “BIDONE”

Il dolce Natale all'italiana è sempre più di tendenza nel mondo: in Europa, Francia e Romania in particolare, fino a Brasile, Stati Uniti e Australia. All'estero sono venduti circa 9 milioni tra panettoni e pandori made in Italy, pari all'8% della produzione complessiva di dolci lievitati da ricorrenza natalizia. Ma in sette casi su dieci, nel mercato Usa, i consumatori assaporano un dolce “bidone”, o quanto meno un prodotto che non è davvero figlio della nostra tradizione dolciaria natalizia. E' quanto denunciato oggi dall'Associazione delle Industrie Dolciarie Italiane (Aidi), nelle prime festività con in vigore il decreto anti-falsari sui prodotti da forno. "Una fetta non trascurabile - secondo l'Aidi che rappresenta l'85% dei produttori - dei dolci natalizi venduti all'estero, pur utilizzando le denominazioni riservate “panettone” e “pandoro”, non rispetta la normativa sui lievitati della ricorrenza, che in Italia impone vincoli, ad esempio, sull'utilizzo di materie prime come uova fresche e burro, pensati a tutela dei consumatori ma anche per rispettare le ricette tradizionali, con l'esclusiva lievitazione naturale a pasta acida.
Una concorrenza sleale generata proprio dal successo commerciale dei dolci nazionali perpetrata da produttori di pochi scrupoli, con prodotti a marchio del distributore locale che non rispettano il disciplinare di produzione, danneggiano la nostra immagine, e incrementano il fenomeno dell’ “italian sounding”, la commercializzazione di falso made in Italy. In Italia, dal 27 gennaio 2006, i prodotti dolciari da forno viaggiano solo con la carta d'identità, “ma - ha detto il vicepresidente dell'Aidi Alberto Bauli - nessun vincolo è applicabile a chi produce all'estero o a chi produce in Italia per il mercato estero. E sono oltre 30 milioni i pezzi prodotti in Sud America che finiscono sulla tavola degli statunitensi, e da qualche tempo dei portoghesi. La concorrenza sleale del “come fosse italiano” nasce dal prezzo, molto basso, che può permettersi chi si prende libertà su ingredienti e metodi di lavorazione. In Europa il paese a più alto tasso di imitazione é la Spagna. Mentre i mercati più affidabili sono Gran Bretagna e Australia, un vero e proprio baluardo del made in Italy.

Nel 2006, in Italia, la produzione industriale di panettone, pandoro e torte natalizie ha superato le 108mila tonnellate, per un valore di 579 milioni di euro. In particolare, sono state prodotte 46.400 tonnellate di panettone tradizionale e 16.400 tonnellate di panettone “speciale”, di cui 10.600 senza canditi. La produzione di pandoro tradizionale è stata pari a 33.500 tonnellate, 4mila tonnellate quella di pandoro “speciale” mentre le torte natalizie si sono attestate sulle 7.800 tonnellate. "Complessivamente - sottolinea Alberto Bauli - si tratta dei i prodotti dolciari più diffusi nelle famiglie: ogni nucleo, secondo dati Ac Nielsen, ha acquistato in media 3,5 kg di lievitati natalizi, per l'80% nella grande distribuzione (Gdo)". Durante le feste 2006 sono state consumate 100.600 tonnellate di dolci lievitati, pari a circa 117 milioni di pezzi, con una prevalenza di panettone tradizionale (41,3%), seguito con il 32,1% dal pandoro tradizionale. Panettone e pandoro nelle versioni speciali il 19,4%, mentre le torte natalizie il 7,2%.

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