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TURISMO ENOGASTRONOMICO

In Italia la vacanza è sempre più green e il wine & food traina il boom di turisti negli agriturismi

14 milioni le presenze stimate nel 2023 tra italiani e stranieri. Domani è la “Giornata Mondiale del Turismo” dedicata agli investimenti “sostenibili”
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Un agriturismo italiano nel verde (credit: Unsplash)

Cosa si cerca negli agriturismi? Se è vero che quel relax tanto desiderato per smaltire le tossine della città è un ingrediente fondamentale, sarebbe limitativo fermarsi qui. Perché ormai gli agriturismi sono dei piccoli mondi su misura per chi cerca un’esperienza a tutto campo. Dalla cucina, con i piatti della tradizione a chilometro zero, alla possibilità di fare picnic e attività all’aria aperta come lo sport e le visite a luoghi di interesse. La versatilità è quindi uno dei punti di forza di una vacanza in campagna e l’Italia, grazie ad un patrimonio dalla grande ricchezza, enogastronomico in primis, ha tanto da offrire. A dirlo sono anche i numeri che testimoniano come il Belpaese abbia assunto il ruolo di leader nel turismo green con quasi 14 milioni di presenze stimate nel 2023 tra ospiti italiani e stranieri. Turisti che hanno riempito gli oltre 25.000 agriturismi diffusi lungo tutto il territorio nazionale. Una stima Coldiretti, sulla base delle previsioni di Terranostra, per la “Giornata Mondiale del Turismo”, promossa dall’Unwto (United Nations World Tourism Organization) il 27 settembre e dedicata agli investimenti green.
L’alimentazione si conferma come il vero valore aggiunto della vacanza in Italia che è leader mondiale del turismo enogastronomico potendo contare sull’agricoltura più green d’Europa. Un primato fatto di 5.450 specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni censite dalle Regioni, 320 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg. Ed ancora, la leadership nel biologico grazie a 86.000 aziende agricole “green”, la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati (Ogm), 10.000 agricoltori in vendita diretta con Campagna Amica e le numerose iniziative di valorizzazione, dalle sagre alle Strade del Vino.
Se la cucina a chilometro zero resta la qualità più apprezzata, a far scegliere una delle 25.000 aziende agrituristiche presenti in Italia, sottolinea la Coldiretti, è la spinta verso un turismo più sostenibile che ha portato le strutture ad incrementare anche l’offerta di attività con servizi innovativi per sportivi, e ambientalisti, oltre ad attività culturali come la visita di percorsi archeologici, naturalistici o wellness. Nelle aziende agricole sono sempre più spesso offerti programmi ricreativi come l’equitazione, il tiro con l’arco, il trekking ma non mancano attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici ma anche corsi di cucina o di orticoltura. Importante è anche la flessibilità nei confronti del crescente turismo itinerante dei camperisti con le strutture che in molti casi si sono attrezzate con l’offerta di alloggio e di pasti completi, ma anche di colazioni al sacco o con la semplice messa a disposizione di spazi per picnic e camper per rispettare le esigenze di indipendenza del turista.
Ma gli agriturismi rappresentano anche una ottima base di partenza per visitare uno dei 5.500 piccoli borghi presenti in Italia capaci di offrire un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali. Senza dimenticare l’enogastronomia con il 92% delle produzioni tipiche nazionali che secondo l’indagine Coldiretti/Symbola nasce proprio nei piccoli borghi italiani con meno di 5.000 abitanti. Un patrimonio conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari. Il cibo è diventato la voce principale del budget della vacanza in Italia con oltre un terzo della spesa destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, senza dimenticare il cibo di strada ed i souvenir enogastronomici in mercati, feste e sagre di Paese. Si tratta di un impatto economico che è valutato superiore ai 30 miliardi di euro nel 2023.

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