74.000 posti di lavoro nel settore del gelato artigianale Made in Italy sono a rischio a causa dell’emergenza Covid e del conseguente crollo del turismo. È l’allarme lanciato dalla Coldiretti in occasione del “Gelato Day”, che si celebra oggi in tutta Italia, a sei mesi esatti dall’obbligata festa virtuale del 24 marzo, la Giornata Europea del Gelato Artigianale. A pesare è stata soprattutto l’assenza dei 16 milioni dei turisti stranieri nei mesi di luglio, agosto e settembre, quest’anno praticamente azzerati (analisi Coldiretti su dati Bankitalia).
La crisi del turismo, spiega Coldiretti, ha colpito un comparto che schiera ben 39.000 gelaterie con un fatturato annuale di 2,8 miliardi di euro, con l’Italia che ha perso anche il primato Ue della produzione di gelato collocandosi al secondo posto (554 milioni di litri) dietro alla Germania, in testa con 635 milioni di litri, pari al 21% del totale Ue (elaborazioni Coldiretti su dati Istat). Una situazione di difficoltà che si ripercuote a cascata sull’intera filiera, poiché nelle gelaterie italiane vengono utilizzati ben 220 milioni di litri di latte, 64 milioni di chili di zucchero, 21 milioni di chili di frutta fresca e 29 milioni di chili di altri prodotti durante l’anno con un evidente impatto sulle imprese fornitrici.
Il “Gelato Day è dunque un invito a consumare coni e coppette in ogni stagione dell’anno in una situazione in cui con il cambiamento climatico si sta verificando una sempre più marcata tendenza alla destagionalizzazione degli acquisti che, sottolinea la Coldiretti, è in atto da diversi anni, nonostante l’estate resti la stagione privilegiata.
Il settore resiste grazie ai consumi interni, con gli italiani che secondo stime della Coldiretti hanno superato i 6 chili a testa all’anno preferendo di gran lunga il gelato artigianale con i gusti storici, anche se cresce la tendenza nelle diverse gelaterie ad offrire “specialità della casa” che incontrano le attese dei diversi target di consumatori: tradizionale, esterofilo, naturalista, dietetico o vegano. Il 94% degli italiani mangia abitualmente il gelato artigianale per il gusto e la bontà delle materie prime e la sensazione di refrigerio, con quasi 7 consumatori su 10 che preferiscono i coni alle coppette (indagine Fipe). E negli ultimi anni si è registrato un vero e proprio boom delle agrigelaterie artigianali che garantiscono la provenienza della materia prima dalla stalla alla coppetta con gusti che vanno dal latte di asina a quello di capra fino alla bufala. Una spinta che ha favorito la creatività nella scelta di ingredienti che valorizzano i primati di varietà e qualità della produzione agroalimentare nazionale, dal gusto di basilico fino al prosecco. Nelle agrigelaterie è particolarmente curata la selezione degli ingredienti, dal latte alla frutta, che sono rigorosamente freschi con gusti a “chilometri zero” perché ottenuti da prodotti locali che non devono essere trasportati con mezzi che sprecano energia ed inquinano l’ambiente.
In epoca moderna, conclude la Coldiretti, la storia del gelato risale alla prima metà del XVI secolo nella corte medicea di Firenze con l’introduzione stabile di sorbetti e cremolati nell’ambito di feste e banchetti, anche se fu il successo dell’export in Francia a fare da moltiplicatore globale c
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