Contribuiscono a trainare l’economia ma il loro numero è in diminuzione, in controtendenza rispetto all’andamento generale: le imprese in agricoltura nel 2022 segnano un saldo negativo di -3.363 realtà, anche per effetto del mix micidiale dell’aumento dei costi e del cambiamento climatico che ha decimato i raccolti. L’analisi Coldiretti sulla base dei dati Movimprese, elaborati da Unioncamere e InfoCamere sulla base del Registro delle imprese delle Camere di Commercio fotografa ai “raggi x” il comparto. Nonostante l’andamento negativo il settore agricolo sale sul podio con un totale di quasi 722.000 imprese attive, dopo commercio e costruzioni. Nel Belpaese oltre una impresa su dieci (12%) è attiva in agricoltura. Coldiretti ha sottolineato che oltre un terzo delle aziende agricole (34%) si trova costretta, in questo momento, a lavorare in una condizione di reddito negativo mentre il 13% è addirittura in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività secondo il Crea.
Per il presidente ColdirettiEttore Prandini servono rimedi immediati e un rilancio degli strumenti europei e nazionali che assicurino la sovranità alimentare, riducano la dipendenza dall’estero e garantiscono un giusto prezzo degli alimenti per produttori e consumatori. Lo stesso Prandini sottolinea l’esigenza di “raddoppiare da 5 a 10 miliardi le risorse destinate all’agroalimentare nel Piano nazionale di ripresa e resilienza spostando fondi da altri comparti per evitare di perdere i finanziamenti dell’Europa. Nell’ambito del Pnrr abbiamo presentato tra l’altro progetti di filiera per investimenti dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura con più di 50 proposte e migliaia di agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione, università e centri di ricerca coinvolti. Un impegno che - conclude Prandini - ha l’obiettivo di combattere la speculazione sui prezzi con una più equa distribuzione del valore lungo la filiera per tutelare i consumatori ed il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali”.
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