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IN ITALIA PRODURRE 100 KG DI LATTE COSTA AGLI ALLEVATORI TRA I 43 E I 46 EURO, AD INCIDERE MAGGIORMENTE GLI ALIMENTI (30%) E I PRODOTTI ENERGETICI (5%) … MA IL PREZZO DI VENDITA E’ INFERIORE ALLE SPESE. LO DICE L’ULTIMA ANALISI “ISMEA”

In Italia produrre 100 kg di latte costa più che in Inghilterra: in Lombardia ci vogliono 43 euro e in Veneto 46, mentre nel Regno Unito ne bastano 32: i costi totali che gravano sulle aziende italiane sono tra i più elevati in Europa a causa soprattutto della rilevante incidenza delle spese per l’acquisto degli alimenti (30%), per i prodotti energetici (5%) e per l’affitto dei terreni. Emerge dall’ultima analisi territoriale condotta da Ismea, in collaborazione con il Centro Ricerche Produzioni Animali - Crpa, nel 2009, su 50 aziende di Lombardia, Piemonte e Veneto, che rileva anche come il prezzo corrisposto agli allevatori per 100 kg di latte, sia sufficiente solo a coprire i costi diretti (mangimi, materie prime, energia) ma non del tutto i costi per l’uso dei fattori di produzione (terra, capitali e lavoro).

Il trend dei prezzi e dei costi del resto evidenzia tra il 2005 e il 2009 un progressivo deterioramento della redditività degli allevamenti italiani, a cui fa seguito, nei primi 9 mesi del 2010, un parziale recupero non sufficiente, tuttavia, a garantire margini soddisfacenti per gli operatori. Unica regione a fare eccezione è il Veneto, che registra un risultato positivo nonostante costi più onerosi che nelle altre, grazie ad un prezzo del latte più alto (39,85 euro/100kg, +32% rispetto al Piemonte, +14% rispetto alla Lombardia) e ai maggiori ricavi ottenuti dalla vendita della carne e dai contributi comunitari. In riferimento alle aziende del campione della Lombardia, principale regione produttrice, nel periodo 2005-2009, il prezzo del latte è riuscito a remunerare solo parzialmente il costo di produzione. Considerando anche i premi (premio unico aziendale) e i ricavi della vendita delle carni, solo nel 2005 si è realizzato un attivo.

Sui costi di trasformazione del latte, prendendo come riferimento il Grana Padano, si apprende dalla presentazione Ismea che nel 2009 gli effettivi costi di lavorazione incidono solo del 46%, mentre il restante 54% è suddiviso tra servizi (tra cui l’11% di contributi versati al consorzio di tutela e il 6% per il pagamento del servizio di raccolta latte), spese generali, interessi e ammortamento.

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