Dopo anni in Italia si inverte la tendenza e aumentano del 5,5% i consumi familiari di verdure e ortaggi anche per effetto del contenimento dei prezzi tendenziale del 3,3% registrato dall’Istat ad aprile che ha riguardato anche la frutta (-5,6%). Emerge da una analisi della Coldiretti nel primo bimestre del 2006 sulla base dei dati sui consumi domestici Ismea-AcNielsen, divulgata in occasione della diffusione dei dati Istat sull’inflazione nel mese di aprile che evidenziano anche una ripresa dei prezzi della carne di pollo che rimangono tuttavia inferiori del 6,3% a quelli dello scorso anno, prima dell’emergenza aviaria.
L’aumento dei consumi di verdure e ortaggi è un segnale positivo per un Paese come l’Italia che ha la leadership europea in quantità e qualità nell’offerta di ortofrutta e che potrebbe essere ulteriormente sostenuto dalla riduzione della forbice dei prezzi tra produzione e consumo per garantire una remunerazione adeguata agli agricoltori e condizioni di acquisto convenienti per i consumatori. L’arrivo della buona stagione rappresenta peraltro l’occasione più conveniente per acquistare frutta e verdura made in Italy che garantisce il primato europeo nella qualità e sanità.
Nel 2005 i dati dell’Osservatorio Prezzi Ortofrutta del Governo hanno evidenziato un consumo di ortaggi freschi in riduzione del 7,6% in quantità con una spesa di poco inferiore ai 2 miliardi di euro, mentre per la frutta fresca si è verificato un calo del 1,3% a 2,4 milioni di tonnellate per una spesa di 2,9 miliardi di euro.
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