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TENDENZE

In Molise una delle più grandi cantine subacquee d’Italia: bottiglie a 38 metri sotto il mare 

Saranno disponibili in autunno sugli scaffali i vini firmati “LeProfondità”. Dietro al progetto Cobalto, startup di ricercatrici tutta al femminile

Immaginate enormi casse con migliaia di bottiglie di vino di diverse tipologie, incrostate di alghe e creature marine, che affinano a 38 metri sotto il livello del mare, a pochi chilometri dalle coste del Molise: si chiama LeProfondità ed una delle più grandi cantine subacquee d’Italia. Ad essere immersi nelle acque dell’Adriatico sono in particolare i vitigni autoctoni del territorio, come Tintilia e Falanghina, e, in futuro, la location sarà disponibile a tutti i vini della Regione che vorranno sperimentare questa tecnica innovativa. I vini affinati nel mare saranno immessi sul mercato a partire dall’autunno. Dietro al progetto di “cantinamento subacqueo” la start-up Cobalto, un’impresa molisana tutta al femminile che si occupa di ricerca e innovazione per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari con tecniche sperimentali, mentre la logistica è stata affidata ad un’azienda molisana specializzata in lavori marittimi e subacquei. 
Si tratta dell’ultimo esempio di una tendenza, quella dell’affinamento dei vini sott’acqua, che da qualche anno ha conquistato nel mondo aziende, enologi ed appassionati. Da Terre di Talamo in Toscana allo spumante Abissi della cantina ligure Bisson, dalla Cantina Santa Maria La Palma di Alghero, che sotto al mare affina il Vermentino, alla Tenuta del Paguro (Ravenna), che sperimenta con Sangiovese ed Albana, ad Emanuele Kottakis, che con Jamin affina Champagne nelle acque di Portofino, al progetto dell’azienda Arrighi sull’Isola d’Elba con “Nesos, il vino marino”. In Grecia affina parte dei suoi vini in mare la cantina Gaia Wines, mentre in Spagna, lungo la costa basca, c’è l’esperienza della Crusoe Treasure, o ancora, in Croazia, quella di Edivo Vino, che affina il vino nelle anfore immerse nelle acque. Una pratica che, tra storia, sperimentazione e “storytelling”, sta conquistando sempre di più anche i produttori di Champagne, da brand come Veuve Cliquot, con il programma “Cellar in the Sea”, alla maison Drappier, da Leclerc Briant a Frèrejean Frères, che hanno aderito al progetto Amphoris a Brest, a largo dell’isola bretone di Ouessant.
Il primo assaggio delle speciali bottiglie riemerse dai fondali è avvenuto solo qualche giorno fa a bordo del Miralta, uno yacht di 24 metri ormeggiato nel porto di Termoli: protagonisti l’enologo Goffredo Agostini (Gruppo Matura) e gli esperti della Fondazione Italiana Sommelier (Fis), Dora Formato e Gabriele Di Blasio, tutti consulenti del progetto. A questi il compito di descrivere le caratteristiche organolettiche, di gusto e olfattive dei vini affinati nella cantina sotto al mare. Questo processo innovativo, che richiede competenze enologiche di alto livello, ha conferito ai vini del Molise una caratteristica distintiva. Dopo diversi mesi di affinamento subacqueo, con le bottiglie accuratamente sigillate da tappi sviluppati in collaborazione con i laboratori di ricerca di un’azienda leader mondiale del settore e rivestiti da una speciale miscela di ceralacca, il vino è in grado di sviluppare una complessità di aromi e sapori generati da fattori difficilmente riproducibili sulla terraferma. La profondità di immersione, l’azione delle onde, una temperatura costante con pochissime variazioni stagionali, così come la scarsissima penetrazione dei raggi solari, fanno in modo che i vini affinati con tale metodo si caratterizzino positivamente e, quindi, si differenzino a livello olfattivo e gustativo da quelli tradizionali.
Con pratiche responsabili, come quelle messe in atto dalla Cobalto, l’invecchiamento in mare è in grado di unire la tradizione vitivinicola con la sostenibilità ambientale. Questa tecnica, infatti, oltre a ridurre la necessità di energia e risorse utilizzate nei tradizionali metodi di affinamento del vino, contribuisce alla salvaguardia delle risorse marine, in quanto consente alle stesse bottiglie immerse negli abissi di divenire vere e proprie oasi per la vita marina, fornendo habitat per alghe, molluschi e altri organismi. Un processo innovativo in totale sintonia con l’ambiente.
Tutta la produzione di LeProfondità verrà presentata al pubblico in autunno, quando sarà possibile degustare ed acquistare le bottiglie attualmente immerse che comprendono diversi vini molisani, sia fermi che spumanti. Tuttavia, il risultato raggiunto a seguito del primo assaggio avvenuto in Molise e i cui esiti sono stati confermati anche da una seconda sessione degustativa degli esperti della Jamin Under Water Wines di Portofino, azienda leader nei servizi di affinamento subacqueo, segna un traguardo importante, come spiega Sandra Palombo, ad Cobalto e imprenditrice nel settore del luxury food: “era il 2020 ed eravamo in piena pandemia quando io e la mia amica, Lucia Criscolo, abbiamo iniziato a lavorare a questo innovativo progetto, tutto al femminile e soprattutto tutto molisano. L’idea che ci ha guidato in questa meravigliosa avventura, oggi divenuta realtà, è stata la voglia di poter realizzare qualcosa per valorizzare il nostro territorio, partendo dalle sue peculiarità. In Italia ci sono altre, seppur pochissime, aziende che hanno affrontato questa nuova sfida nel mondo del vino, ma le cantine subacquee esistenti, ad oggi soltanto quattro in produzione e con concessione marittima, si trovano in mari che non bagnano il Molise. E allora ci siamo dette: perché non pensare ad affinare il vino prodotto qui, nella nostra regione, anche nel nostro splendido mare? Una domanda da cui è nata l’idea per la realizzazione della quinta e più grande cantina subacquea italiana, a cui hanno fatto seguito studi durati tre anni tra cui quelli che ci hanno condotto a scoprire, con delle apposite ricerche sottomarine, come nei pressi del luogo in cui abbiamo poi scelto di istallare la nostra cantina, fosse custodito il relitto di una vecchia barca da pesca a vela, appartenente alla marineria termolese. Lo abbiamo preso come un segno del destino. Questa scoperta oltre a portarci fortuna, ci avrebbe anche consentito di raccontare come il mare sappia custodire tesori da scoprire per coloro che hanno il coraggio di immergersi nel suo splendore”.

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