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In Spagna la vendemmia è già iniziata in Andalusia, ed entrerà nel vivo già tra 15 giorni

A Jerez aspettative superiori allo scorso anno, in Castilla-La Mancha verso un anticipo della raccolta, che ricorda da vicino la 2022
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Verso la vendemmia di Spagna

Così vicini, eppure così diversi in vista della vendemmia 2023, che segna un solco profondo tra Italia e Spagna, almeno nelle attese. Nel Belpaese, come abbiamo scritto negli ultimi giorni, le piogge incessanti cadute nel momento più delicato, durante la fioritura, hanno favorito il ritorno della peronospora, diventata in molte Regioni, specie dell’Adriatico, impossibile da frenare, tanto che si prevedono già raccolti destinati a cali importanti. Il metro di paragone è l’annata 2022, che in Italia, proprio come in Spagna, fu quantitativamente modesta, a causa della siccità che la scorsa estate colpì tutto il Continente, e che in questa sembra riguardare solo il vigneto spagnolo. Che, così, aspetta la raccolta con aspettative ben diverse da quelle dei viticoltori italiani: la sanità delle uve non dovrebbe essere in pericolo, mentre sulle tempistiche si va verso un ulteriore anticipo, ovviamente, a cadenza diversa da un territorio all’altro.

Non sorprende più di tanto, quindi, che i primi grappoli delle varietà a bacca bianca più precoci - Chardonnay, Sauvignon Blanc, Verdejo e Moscatel - siano già nella cantina di Asaja Córdoba, cooperativa nella denominazione andalusa del Montilla-Moriles, con due settimane di anticipo sulla vendemmia 2022, e a breve toccherà ai grappoli di Pedro Ximénez, varietà per la quale si prospetta un calo produttivo del 30% sul 2022. Poco lontano, a Jerez, le uve Palomino sono alle fasi finali della maturazione, e la vendemmia dovrebbe iniziare la seconda settimana di agosto, con aspettative positive in termini quantitativi: la previsione è di una produzione superiore del 20% sul 2022, quando la raccolta fu oggettivamente disastrosa. A differenza di Montilla-Moriles, i vigneti della zona di Jerez sono più resistenti alla siccità e alle alte temperature, anche grazie alle piogge cadute in autunno ed in inverno, ma anche agli effetti benefici dei venti di ponente che arrivano dal mare.

Anche le cooperative della Castilla-La Mancha iniziano a scaldare i motori, per una campagna vendemmiale, qui più che altrove, in enorme anticipo, dopo un germogliamento precoce cui ha fatto seguito un clima particolarmente secco e caldo tra aprile e maggio. Le piogge cadute successivamente hanno portato grandi benefici alla parete fogliare delle viti, proprio nel momento dell’allegagione di un gran numero di varietà precoci, soprattutto rosse, con conseguenze negative sulla produzione finale. Al contrario, le varietà più tardive, tra cui l’Airén (192.000 ettari, pari al 43% della superficie viticola regionale), che meglio si adattano e resistono nell’ecosistema Manchego, potrebbero superare le aspettative iniziali.

Spostando l’attenzione dal vigneto alla cantina, le cooperative del vino della Castilla-La Mancha prospettano un livello delle scorte di vino e mosto, in vista dell’inizio della campagna 2023/2024, in leggero calo sullo scorso anno. Ma anche un quadro macroeconomico, con cui doversi necessariamente confrontare, molto complesso, come ricorda il portavoce delle cooperative vinicole, Juan Fuente, mettendo in fila gli aspetti più rilevanti, “dal calo della raccolta nell’emisfero australe (tra i 6-7 milioni di ettolitri di vino in meno) alla conferma della riduzione dei costi del trasporto marittimo, a vantaggio dell’export, dal rallentamento dei consumi mondiali, ancora influenzati dalla guerra in Ucraina, alla mancata ripresa delle importazioni cinesi, dalla stagnazione delle maggiori economie mondiali, ad eccezione del Nord America”, fino al forte calo dei principali mercati dell’export, causato dall’inflazione e dagli alti costi di produzione, fattori determinanti dell’attuale mercato mondiale del vino.
“Il mantenimento di produzioni moderate, al di sotto della media degli ultimi cinque anni, sia in Spagna che in Castilla-La Mancha, stanno in parte attenuando lo squilibrio tra domanda e offerta disponibile, soprattutto nei vini rossi”, aggiunge Juan fuente. Tuttavia, alcune Regioni spagnole, come l’Estremadura e la Catalogna, e persino La Rioja e i Paesi Baschi, hanno dovuto ricorrere in modo straordinario a misure per correggere le eccedenze, attraverso la distillazione di crisi. In definitiva, ci vogliono cautela e pazienza, almeno fino al 28 luglio, quando verranno rese pubbliche le prime stime dall’Instituto Regional de Investigación y Desarrollo Agroalimentario y Forestal de Castilla-La Mancha nell’Assemblea del settore vini delle cooperative agro-alimentari della Castilla-La Mancha.A Jerez aspettative superiori allo scorso anno, in Castilla-La Mancha verso un anticipo della raccolta, che ricorda da vicino la 2022

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