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IN TEMPI DI CRISI, PER RISPARMIARE, SI RINUNCIA ANCHE ALLE COMODITÀ. COME, PER CHI DEVE PRANZARE FUORI CASA, ANDARE AL BAR O AL RISTORANTE. PERCHÉ PORTARSI IL PRANZO DA CASA È PIÙ SCOMODO, MA FA SPENDERE IL 76% IN MENO. COSÌ FEDERCONSUMATORI

In tempi di crisi, per risparmiare qualcosa, si rinuncia anche alle comodità. Come quelle, per chi deve pranzare fuori casa, di andare al bar o al ristorante. Perché Portarsi il pranzo da casa è più scomodo, ma fa spendere il 76% in meno. Secondo Federconsumatori, un pasto tipo preparato a casa costa sui 3,20 euro. Mangiare in una tavola calda un piatto di pasta con acqua, dessert e caffè può arrivare a costare fino a 13,40 euro.
Una spesa che al mese tocca quasi i 300 euro, ben il 142% in più rispetto al 2001. Rincari che, secondo Federconsumatori, spingono sempre più cittadini a rinunciare alla pausa pranzo nei self service, bar e mense, preferendo la tipica “schiscetta” preparata a casa.
Secondo le rilevazioni dell’Osservatorio Nazionale di Federconsumatori, si evidenzia un cambiamento di abitudini: in molti scelgono di pranzare con un gelato spendendo solo 3 euro. L’Associazione dei Consumatori propone anche un altro tipo di soluzione: organizzare, ove possibile, un pranzo collettivo tra i colleghi: a turno, nel giorno prefissato, ognuno prepara il pranzo per tutti, risparmiando così oltre l’80%.

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