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IN TEMPO DI CRISI, L’OCCUPAZIONE IN AGRICOLTURA VA IN CONTROTENDENZA: +6,2% DI ASSUNZIONI NEL SECONDO TRIMESTRE 2012, CON IL SETTORE CHE REGISTRA IL PIÙ ELEVATO AUMENTO DI LAVORATORI DIPENDENTI (+10,1%). LO DICONO CIA E COLDIRETTI SU DATI ISTAT

Nonostante la crisi e a dispetto di tutti i problemi che condizionano la competitività delle imprese, l’agricoltura si dimostra un comparto ancora vivo e vitale, anche dal punto di vista occupazionale. E mentre industria e costruzioni archiviano il secondo trimestre 2012 con flessioni robuste, il settore primario mette a segno un incremento degli occupati del 6,2% tendenziale, e fa registrare il più elevato aumento nel numero di lavoratori dipendenti con un incremento record del 10,1%, in netta controtendenza con l’andamento generale che mostra livelli elevati di disoccupazione. Lo dicono la Cia-Confederazione italiana agricoltori e la Coldiretti sul rapporto diffuso oggi dall’Istat con i dati relativi al secondo trimestre del 2012.

Nel dettaglio, il trend positivo dell’agricoltura tra aprile e giugno 2012 è particolarmente importante perché è il risultato di una crescita record del 13,7% al Nord ma anche del 3,5% al Sud, mentre si registra un leggero calo nel Centro Italia (-3,2%). Ad aumentare in campagna sono, in particolare, sia il numero di lavoratori dipendenti (+10,1%), concentrati prima di tutto nel Settentrione (+23,4%), che in misura più contenuta quelli indipendenti (+2,9%), che “resistono” al Nord (+10,1%) ma crollano nel Centro Italia (-12,3%).

Secondo le stime della Coldiretti, ha meno di 40 anni un lavoratore dipendente su quattro assunti in agricoltura, dove si registra anche una forte presenza di lavoratori giovani ed immigrati che hanno abbondantemente superato quota 100.000. A preoccupare sono tuttavia gli effetti del caldo e della siccità che hanno tagliato i raccolti estivi ed autunnali e rischiano di lasciare senza lavoro molti dei 200.000 giovani impegnati nelle attività di raccolta di frutta, verdura e nella vendemmia. Il crollo dei raccolti agricoli, precisa la Coldiretti, va dal 22% per le pere al 13% per le mele, ma arriva al 50% per il pomodoro in Puglia e al 10% per la vendemmia a livello nazionale rispetto agli ultimi 5 anni. Si tratta, conclude la Coldiretti, degli effetti negativi dell’andamento climatico sfavorevole che ha provocato danni diretti per oltre un miliardo di euro all’agricoltura nazionale, ma con effetti anche sull’indotto in termini economici ed occupazionali.

E’ sempre più evidente, dunque, un ritorno al lavoro in agricoltura, sottolinea la Cia, che la politica non può più ignorare: “per questo chiediamo al Governo di investire davvero sul comparto, dopo averlo lasciato nell’angolo per anni, e dare vita a una vera politica di sviluppo. Bisogna affrontare e sciogliere i “nodi” che frenano il settore, a partire dai costi di produzione praticamente raddoppiati rispetto a un anno fa, dai prezzi all’origine non ancora remunerativi e da una burocrazia “elefantiaca” che pesa sull’agricoltura per 4 miliardi di euro l’anno. Senza dimenticare l’Imu sui terreni e sui fabbricati rurali - conclude la Cia - una sorta di “patrimoniale in campo” che però tassa quelli che per i produttori sono strumenti di lavoro”.

Focus - Coldiretti: il boom degli occupati in agricoltura nel secondo trimestre 2012

Variazioni percentuali sul secondo trimestre 2011

Dipendenti - Indipendenti - Totale

Totale: 10,1% - 2,9% - 6,2%

Nord: 23,4% - 10,1% - 13,7%

Centro: 11,9% - -12,3% - -3,2%

Mezzogiorno: 5,7% - -0,3% - 3,5%

Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati Istat

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