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IN UNO SCENARIO POST APOCALITTICO, IN CUI L’UOMO È COSTRETTO A COLONIZZARE LO SPAZIO, CI SARÀ MODO DI PRODURRE BIRRA IN ASSENZA DI MICROGRAVITÀ? SE LO È CHIESTO IL GIOVANE STUDENTE MICHAL BODZIANOWSKI CHE, GRAZIE ALLA NASA, AVRÀ PRESTO UNA RISPOSTA

Sarà che la crisi economica dell’Occidente ha portato anche ad una crisi di valori e di fiducia, ma tant’è che la fantasia finisce per cavalcare verso visioni apocalittiche, raccontate da fiction tv e psicosi collettive (come la fine del mondo prevista dal calendario Maya), fino al ritorno di progetti irrealizzabili, come la colonizzazione di altri pianeti. Proprio il presupposto da cui è partito il giovanissimo (11 anni appena) Michal Bodzianowski, studente alla Science, Technology, Engineering and Math School & Academy di Douglas County, in Colorado, che si è chiesto se, in assenza di microgravità, sia possibile produrre birra. L’interrogativo è anche il titolo del suo progetto, “What Are the Effects of Creation of Beer in Microgravity and Is It Possible?”, presentato allo Student Space Flight Experiments Programme, il concorso della Nasa che, ogni anno, coinvolge 17.500 ragazzi in tutti gli Stati Uniti e che hanno deciso di dare una chance a Michal. Grazie ai 21.500 dollari di fondi raccolti dalla scuola, infatti, la Nasa metterà a disposizione uno dei due piccoli laboratori della Stazione Spaziale Internazionale per mettere alla prova la teoria di Bodzianowski, che ritiene la birra “una componente fondamentale per le future civilizzazioni, al pari delle risorse mediche”. L’esperimento è piuttosto semplice: una provetta di silicone verrà riempita con i diversi componenti necessari alla produzione di una birra, luppolo, malto d’orzo , lievito e acqua, divisi tra loro da fermagli di metallo. In orbita, gli astronauti potranno rimuovere i fermagli e monitorare la situazione: “se il lievito reagisce, bene, altrimenti - spiega Bodzianowski - non funzionerà”.

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