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INCHIESTA SUL CHIANTI - IL PRESIDENTE DELLA REGIONE, MARTINI: “NOI RISPONDIAMO A RICHIESTE DI CAMPAGNE D’IMMAGINE DELLA TOSCANA, MA POI OCCORRE ATTENZIONE GENERALE, PERCHÈ QUESTA NON SIA INCRINATA”. CONSORZIO DEL CHIANTI: “TIMORE PER IMMAGINE”

Italia
Vigna in Toscana

“Siamo in attesa di comprendere meglio motivi e conseguenze dell’azione avviata dalla Procura di Siena. Seguiremo il caso con l’attenzione che merita per l’importanza che il settore vitivinicolo ricopre in particolare sull’immagine della Toscana. Certo, mi sia consentito dire che noi rispondiamo alle richieste di campagne di promozione dell’immagine toscana nel mondo, ma poi occorre che ci sia un’attenzione generale perchè questa non venga anche solo incrinata. Per il resto, come sempre, lasciamo alla Magistratura il compito di accertare le eventuali responsabilità individuali e collettive, nel rispetto delle sue prerogative”. Il presidente Claudio Martini ha commentato così le notizie di oggi sull’inchiesta, che ha coinvolto anche aziende toscane, in una presunta trasgressione del disciplinare sulla denominazione di origine Chianti.
“La prima impressione - ha proseguito Martini - è, comunque, che si parli di comportamenti appartenenti ad un periodo non più replicabile, grazie alle normative messe in essere sia a livello europeo che nazionale. Si tratta degli organismi di controllo, operanti dal 1 agosto 2009, che certificano a partire dai vitigni la rispondenza al marchio di denominazione di origine. Questi controlli, ormai generalizzati e condivisi da tutto il mondo produttivo, rendono difficile, se non impossibile, la possibilità di frodi. E poi esiste l’elemento crisi di settore; laddove risultano invendute grandi quantitativi di prodotto, non si capisce che senso avrebbe falsificare per immetterne ancora su un mercato che non sta recependo”.
Resta, sottolinea ancora il presidente Martini, il grave danno di immagine, che colpisce soprattutto chi lavora seriamente e mette un’immensa passione nel suo operare, “tirando la carretta anche mentre le cose non vanno bene (come al momento), per proseguire in un compito che sente legato alla migliore tradizione e cultura della sua terra”. Lo stanno a dimostrare gli oltre mille “vignaioli e vignerons” di tutta Europa che hanno scelto la Toscana per riunirsi e discutere dei loro problemi, fino a produrre un manifesto specifico a favore della vitivinicoltura onesta e sostenibile, legata ai territori e alle loro culture; non per chiudersi in se stessi, ma anzi per arricchirsi nel confronto della diversità.
E, sempre per “Vignaioli&Vignerons”, evento targato Regione Toscana Slow Food, in un convegno oggi a Firenze “Economia rurale e mercato. Chianti: il nuovo disciplinare”, il presidente del Consorzio del Vino Chianti Nunzio Capurso, sull’operazione avviata dalla Procura di Siena, il presidente del Consorzio del Chianti ha commentato che “non gioca a favore dei produttori. Tutte le operazioni che vengono fatte per pulire il mercato per noi sono benvenute ma il timore è per l’immagine per la Toscana che nel mondo è sinonimo di vino e di paesaggio”. Capurso ha quindi spiegato che “i momenti più pericolosi per il mondo del vino sono quando i prezzi sono troppo alti o quando, viceversa, sono troppo bassi come oggi. In periodi migliori per l’economia, con prezzi maggiori per il vino, abbiamo assistito anche a fenomeni di contraffazione di bottiglie di marche prestigiose. Oggi il mercato è, invece, alla frutta”.
Parlando della crisi economica che interessa anche il mondo del vino, Capurso ha sottolineato come “sia inutile piangere”, siamo in una situazione che deve essere sbloccata e la crisi va affrontata consci che non è una crisi che viene da noi, di cui non siamo responsabili, ma che viene dall’esterno. Certo abbiamo una struttura produttiva abbastanza fragile in Chianti: su 14/15.000 ettari vitati ne abbiamo 4.000 in mano a produttori che lavorano su meno di 1 ettaro fino ad un massimo di 5. Questo è un settore debole della nostra produzione”. Secondo Capurso “il settore che è veramente in crisi è laddove c’è potenzialità di produzione perché vi è una decisa riduzione delle vendite e vi sono forti difficoltà nell’accedere al credito”.

Il fatto - I Nas sequestrano 5 ettari di vigneti a Castellina in Chianti
In Chianti i Carabinieri del Nas hanno sequestrato 5 ettari di vigneti di proprietà di un’azienda di Castellina in Chianti. La stessa azienda, due anni fa, fu al centro di un’inchiesta che portò al sequestro di un grosso quantitativo di uva proveniente dalla Puglia.
Nei controlli i militari hanno anche sequestrato nelle cantine dell’azienda, a conduzione familiare, 2.500 ettolitri di mosto che presto sarebbero stati venduti ad altri produttori di Chianti nelle province di Firenze e Siena. Le indagini, coordinate dal pm di Siena Mario Formisano, erano partite nell’ottobre 2008, subito dopo la vendemmia. Il gip del tribunale senese ha già convalidato il sequestro. Ai proprietari sono state contestate anche una serie di violazioni amministrative e il Comune di Castellina, su richiesta del Nas, ha chiuso per motivi igienici la cantina. Le indagini proseguiranno per verificare l’eventuale coinvolgimento di altri produttori di Chianti in particolare di quelli che in passato hanno acquistato vino dall’azienda ora sotto sequestro.
I controlli effettuati nel 2009 dai Carabinieri del Nas e dalla Guardia di Finanza, anche con l’ausilio degli elicotteri, sono ormai migliaia e molte sono le aziende che hanno rinnovato i loro vigneti.

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