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INDAGINE CONFAGRICOLTURA - L’ITALIA DEL VINO SCOMMETTE SULLA SECONDA PARTE 2009: I “SENTIMENT” DI 50 CANTINE. “TRIMESTRALE DI CASSA” IN CALO, MA VISIONE A MEDIO TERMINE POSITIVA, PER UN COMPARTO CHE SEMBRA SOFFRIRE MENO DI ALTRI LA CRISI ATTUALE

Italia
Trimestrale di cassa in calo, ma buona previsione per il futuro

Le aziende vitivinicole italiane scommettono su una seconda parte dell’anno positiva: è il 2009 visto da 50 aziende vitivinicole tra le più importanti del Belpaese, per storia, volume d’affari e immagine, a cui www.winenews.it, uno dei siti più cliccati del mondo del vino, in collaborazione con Confagricoltura, l’organizzazione che raccoglie il meglio dell’imprenditoria agricola italiana, ha chiesto come vedono l’anno in corso. Il 53% delle aziende interpellate si dichiara ottimista rispetto a quanto avverrà nella seconda parte del 2009, contro un 47% che, complice una obbiettiva difficoltà di inizio anno, dichiara che il futuro resta di difficile decifrazione e mantiene un atteggiamento sostanzialmente prudente.
Questi gli effetti dei primi 3 mesi 2009 nelle casse delle 50 aziende protagoniste dell’indagine: nel 62% dei casi un decremento del fatturato, per il 23% un pareggio e per il 15% un aumento, segno evidente che la crisi c’è e fa sentire i suoi effetti anche sul comparto vitivinicolo. A causare questo calo generalizzato, in primis, un vero e proprio cambiamento del “modus bibendi”, peraltro ampiamente prevedibile. Il consumo del vino, insomma, non sta crollando e i ritmi di vendita si mantengono su livelli decisamente accettabili. Quello che sta accadendo è, piuttosto, un riposizionamento dal punto di vista del prezzo, con una confortante compensazione dei mercati più vivi rispetto a quelli più stanchi. Una dinamica che, naturalmente, finisce per sacrificare qualche punto percentuale del fatturato, ma che in sostanza non sembra paralizzare le vendite, come è successo in altri comparti produttivi. Dal portafoglio prodotti delle aziende si scelgono i vini di prezzo più concorrenziale, sacrificando la fascia alta dei listini, ma gli ordini vengono comunque emessi.
Il 2009 resta comunque un anno molto duro e pone, fra gli altri, un punto interrogativo molto forte: abbiamo toccato il fondo e quindi siamo già in fase di risalita o ancora ci sarà da soffrire? Un dato concreto per rispondere a questa domanda non sembra ancora maturato, ma, senza dubbio, il comparto vitivinicolo sta affrontando questa incertezza senza ricorrere a misure drastiche come è accaduto in altri settori produttivi. Si fa molto affidamento nella imminente stagione turistica per risollevare il consumo interno che probabilmente sta soffrendo, ma, intanto, si continuano a trovare buone risposte in termini di vendite dai mercati esteri, specie quelli asiatici ed est europei. Un anno di non facile previsione, dunque, dove, purtroppo, il dato più certo è una generalizzata instabilità dei mercati, con qualche caso più grave come gli Stati Uniti o l’Inghilterra, in cui probabilmente il bandolo della matassa verrà ritrovato attraverso una solida politica aziendale senza scomporsi, per esempio, con iniziative commerciali poco coerenti, perché tutto sommato, il sistema vino è sano e in molti casi i problemi di mercato possono essere ricondotti ad un effetto di terrore “indotto”.
Il mondo del vino italiano, ricordiamolo, è già abituato ad una certa fibrillazione dei mercati a partire dal 2001, e ha saputo produrre i necessari “anticorpi” a situazioni congiunturali difficili, impostando la propria strategia soprattutto sull’apertura di nuovi mercati. Insomma, l’attuale crisi, pur nella sua difficoltà conclamata e straordinaria, potrebbe rivelarsi per gli imprenditori del vino italiano meno difficile del previsto. Naturalmente, ogni previsione resta decisamente difficile, ma il mondo del vino potrebbe essere in grado di fronteggiare anche un’onda lunga di criticità economica, soprattutto potendo contare su sbocchi di mercato tendenzialmente dai grandi numeri come, solo per fare gli esempi più evidenti, quelli asiatici e dell’Est Europa.

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