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INDICAZIONE DELL’ORIGINE DELLE OLIVE OBBLIGATORIA NELL’ETICHETTE DI OLIO VERGINE ED EXTRAVERGINE: COLDIRETTI FELICE

“Finalmente dopo anni di battaglie in piazza ed in Parlamento grazie alla mobilitazione della Coldiretti i cittadini potranno sapere da dove proviene l’olio che consumano tutti i giorni”. Lo ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini, nel commentare positivamente l’emanazione da parte del Ministro delle Politiche Agricole Paolo De Castro del decreto sull’obbligo di indicare in etichetta la provenienza delle olive impiegate nell'olio vergine ed extravergine.
Di fronte alla necessità di tutelare la salute e la trasparenza dell’informazione ai consumatori ma anche per fermare le frodi e gli inganni, l’emanazione del decreto a prescindere dal parere della commissione europea è - ha precisato Marini - un importante atto di responsabilità del Ministro. L’annuncio è stato dato nel corso della manifestazione della Coldiretti con centinaia di agricoltori a Piazza Navona, dove sono stati portati olivi e frantoio per offrire l’olio nuovo che sarà il primo ad essere imbottigliato con l’indicazione di origine obbligatoria in etichetta.
“L'obbligo di indicare la provenienza delle olive impiegate in etichetta previsto dal decreto è un contributo alla trasparenza per impedire - sottolinea la Coldiretti - di “spacciare” come Made in Italy miscugli di olio spremuto da olive spagnole, greche e tunisine, senza alcuna informazione per i consumatori”.
Un rischio reale, se si considera che nei primi sei mesi del 2007 si è verificato un aumento record del 30% degli arrivi di olio di oliva estero proveniente soprattutto da Spagna, Tunisia e Grecia, mentre la produzione nazionale è stimata in calo del 10% sul 2006 su valori di poco superiori ai 5 milioni di quintali, secondo le stime della Coldiretti.
“Di fatto, oltre la metà dell'olio “italiano” venduto sul territorio nazionale - spiega la Coldiretti - è spremuto da olive di cui non si conosce la provenienza che, grazie al provvedimento, dovrà invece essere indicata in etichetta per fare finalmente chiarezza e consentire ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli. Il decreto - riferisce la Coldiretti - prevede che sulle confezioni di olio d’oliva vergine ed extravergine siano indicati obbligatoriamente lo Stato nel quale le olive sono state raccolte e dove si trova il frantoio in cui è stato estratto l’olio. Se le olive sono state prodotte in più paesi, questi andranno tutti indicati. Per i trasgressori - conclude la Coldiretti - sono previste multe fino a 9.500 euro”.
L’obbligo di indicare l’origine in etichetta consente anche di salvaguardare l’identità territoriale di un prodotto che è alla base della dieta mediterranea di fronte ad un preoccupante calo dei consumi familiari che in quantità nel primi sette mesi del 2007 si sono ridotti dell’1,2 per cento, secondo i dati Ismea Ac Nielsen. In Italia si stima un consumo nazionale di 14 kg procapite con una prevalenza per l’extravergine con una percentuale del 78%.
La norma per l’indicazione di origine in etichetta consente di verificare oltre al marchio la reale origine delle olive impiegate e quindi anche di valorizzare gli oliveti italiani che possono contare su 250 milioni di piante, molte delle quali secolari o situate in zone dove contribuiscono al paesaggio e all'ambiente.
“L’Italia - continua la Coldiretti - è il secondo produttore europeo di olio di oliva, con due terzi della produzione extravergine e con 38 denominazioni (Dop/Igp) riconosciute dall’Unione Europea, che sviluppano un valore della produzione agricola di 2 miliardi di Euro e garantiscono un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative. Dal punto di vista commerciale - conclude la Coldiretti - nel 2006, a fronte di una produzione stimata in 630.000 tonnellate, le importazioni di 430.000 tonnellate superano nettamente le esportazioni pari a 280.000 tonnellate”.

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