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AGRICOLTURA EUROPEA

Indicazioni geografiche: focus alla Conferenza Euipo su sostenibilità, filiera, commercio e crescita

Nell’Ue sono 3.446 (l’Italia è leader), generano 75 miliardi di euro di fatturato ogni anno e valgono il 15% dell’export nei Paesi Terzi

In tutta l’Unione Europea sono 3.197 i cibi e vini certificati Dop, Igp e Stg, a cui si aggiungono 249 bevande spiritose Ig, per un totale di 3.446 Indicazioni geografiche. L’Italia, con un totale di 856 cibi e vini certificati, è il Paese leader in Ue per prodotti Dop, Igp e Stg, a cui si aggiungono 35 bevande spiritose Ig, per un totale di 891 Indicazioni geografiche. “Le Ig generano circa 75 miliardi di euro di fatturato ogni anno in Unione Europea, rappresentano il 15% dell’export verso Paesi Terzi e creano centinaia di migliaia di posti di lavoro in Ue”, ha detto João Negrão, direttore esecutivo Euipo - l’Ufficio dell’Unione Europea per la proprietà intellettuale, che ha assunto la responsabilità della gestione delle Ig per i prodotti artigianali e industriali, in apertura della Conferenza sulle Indicazioni geografiche che si è tenuta, nei giorni scorsi, ad Alicante sul tema “Salvaguardare il nostro patrimonio, coltivare il nostro futuro”. In particolare la due giorni si è concentrata sulla riforma del regolamento delle Indicazioni geografiche di vini, bevande spiritose e prodotti agricoli i cui quattro pilastri sono il rafforzamento dei Consorzi di tutela, la maggiore protezione internazionale (anche online), la semplificazione amministrativa e la sostenibilità e trasparenza.
Il Commissario Europeo per l’Agricoltura, Christophe Hansen, presente ad Alicante, ha sottolineato il “legame cruciale” delle Indicazioni geografiche nel promuovere biodiversità, sostenibilità e innovazione “utilizzando metodi tradizionali e garantendo entrate per le economie locali”. Ma c’è la necessità di “fare ancora di più” viste le crescenti preoccupazioni ambientali e anche le attuali tensioni nel commercio globale: “è importante garantire un meccanismo solido per proteggere il valore aggiunto delle nostre Ig, soprattutto nel contesto internazionale”, ha concluso.
E mentre la vicepresidente della Commissione Affari Giuridici del Parlamento Europeo, Marion Walsmann, ex rapporteur del regolamento, ha parlato di “lacuna colmata” nel sistema di tutela delle Ig - con un intervento definito “pietra miliare” che rafforza fiducia dei consumatori e protegge le Pmi - l’ambasciatrice polacca in Spagna, Monika Krzepkowska, intervenendo a nome della presidenza di turno del Consiglio Ue, ha sottolineato l’importanza di “un’efficace protezione della proprietà intellettuale per aumentare la competitività” delle imprese europee, soprattutto nel contesto delle “sfide identificate da Mario Draghi nel suo rapporto”.
Paolo De Castro, ex eurodeputato e decano della politica agricola italiana ed europea, relatore del regolamento, ha concentrato il suo intervento sulle ricadute che il provvedimento ha e avrà sull’intera filiera: “la riforma segna una tappa fondamentale per il settore agricolo e agroalimentare europeo - ha detto - il nuovo regolamento rappresenta un modello unico di tutela, gestione e promozione dei prodotti legati ai territori, sinonimo di eccellenza e unicità. Grazie alla collaborazione tra istituzioni e operatori, la normativa pone le basi per una nuova fase di sviluppo delle filiere a Indicazione geografica, trasformandole da patrimonio di pochi Stati membri a risorsa economica, politica, culturale e sociale di tutta l’Unione. Un passo importante verso un’Europa che sostiene i suoi agricoltori, rafforza il legame con le aree rurali e promuove sistemi produttivi più sostenibili e competitivi”.
E dal settore è arrivata la testimonianza di Charles Goemaere, dg Comité Interprofessionnel du Vin Champagne, che accoglie positivamente la possibilità, grazie alla riforma, di dialogare e collaborare direttamente con le piattaforme di commercio online in virtù di “un interesse reciproco” con i consumatori fondato sulla “tutela del prodotto” e la “fiducia” che questi ripongono nell’e-commerce, “così che sappiano, quando acquistano un prodotto, che si tratta di un prodotto autentico” pur però riconoscendo che si tratta di una “sfida colossale che richiede un investimento significativo” e spiega: “tra il 2021 e il 2024 abbiamo richiesto la rimozione di oltre 16.000 prodotti dalle piattaforme di e-commerce che hanno danneggiato la denominazione Champagne, di cui quasi 5.000 da Amazon”.
Nel frattempo viene osservato anche che l’attenzione e l’interesse sia dei Paesi che dei marchi commerciali ad entrare all’interno del perimetro delle Indicazioni geografiche è in crescita. “Molti Stati in tutto il mondo sono interessati a sviluppare un sistema di questo tipo - ha raccontato Alexandra Grazioli, direttrice del Registro di Lisbona nel settore Marchi e Design del Wipo, l’Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale - è interessante che i produttori utilizzino gli strumenti della proprietà intellettuale anche in termini di sviluppo locale. In molti Paesi vediamo che l’Indicazione geografica può diventare un catalizzatore”. Tra questi c’è anche l’Italia. Felice Assenza, capo Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf) al Ministero dell’Agricoltura , ha preso parola alla Conferenza Euipo di Alicante spiegando come “spesso i marchi commerciali possono fare da traino e agevolare le Indicazioni geografiche” e che questo fatto “sta avvenendo con maggiore frequenza in Italia”. Pur rilevando una frequente “situazione di conflitto tra marchio e Ig”, Assenza ha sottolineato che vi sono anche “esempi molto virtuosi” di marchi commerciali che operano all’interno di un territorio e che inglobano come prodotto principale quello di una Indicazione geografica. In questo caso, ha spiegato, “il marchio commerciale diventa veicolo di penetrazione del mercato di quelle Indicazioni geografiche” ha aggiunto, menzionando l’esempio di Melinda, che fa parte di una cooperativa, ma che utilizza prodotti provenienti dalle mele della Val di Non che sono protette da Indicazioni geografiche.

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