02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

INEA: “IN 10 ANNI IL BOOM DI MANODOPERA STRANIERA” … GLI IMMIGRATI IN AGRICOLTURA DA 30.000 DEL 1995 A 150.000 NEL 2006

Nell’arco di dieci anni, gli immigrati extracomunitari che operano nel settore agricolo in Italia sono quadruplicati, passando dai 30.000 nel 1995 a 150.000 nel 2006: il dato è dell’Inea (Istituto Nazionale Economia Agraria), nel “Migranti e cultura contadina”, realizzato nel progetto “Dall’aratro alla zucca”.

“Le braccia e i volti dell’agricoltura italiana - ha spiegato Pier Paolo Pallara dell’Inea - sono profondamente cambiati negli ultimi anni. Questo perché il settore primario ha bisogno di manodopera, ma difficilmente riesce a trovarla tra i lavoratori italiani”. In 10 anni, il numero di occupati in agricoltura è infatti crollato di un terzo (da 1,5 a 1 milione), mentre i lavoratori stranieri sono continuamente cresciuti, soprattutto al Nord (attualmente 70.000). Si tratta prevalentemente di uomini, spesso senza contratto regolare, con un notevole carico di lavoro, ma con un salario inferiore ai colleghi italiani, anche se nel centro Italia la situazione appare più rosea.

“E’ importante analizzare i dati a livello regionale, perché sono molte le differenze, specie tra Nord e Sud”. Tra le positive novità, anche se numericamente limitate, il crescente impiego negli agriturismi e qualche passaggio del lavoratore da dipendente a imprenditore (tipico del Lazio, l’imprenditore di filiera corta). Diverso il quadro presentato da “Medici senza frontiere” che, nel 2004 e nel 2007, ha realizzato un rapporto sugli extracomunitari impiegati al Sud in agricoltura: “le persone - ha detto Loris De Filippi - sono sfruttate, quasi schiavizzate . Le condizioni in cui vivono sono spesso intollerabili, con condizioni igieniche carenti. Quasi nessuno ha un contratto, il 30% ha subito violenze, il 50% non ha accesso all’acqua potabile e l’88% ad alcun tipo di assistenza sanitaria”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli