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Innovazione, sostenibilità, produttività, messa a sistema, rete di imprese, internazionalizzazione, trasparenza: le parole chiave per l’agricoltura del futuro per istituzioni, imprese ed università, nell’apertura di Fieragricola (3-6 febbraio, Verona)

“Innovazione e sostenibilità rappresentano due parole chiave per il settore primario, perché dove c’è innovazione c’è capacità di generare reddito in maniera superiore rispetto al passato e dove c’è sostenibilità, c’è un grande valore in termini di competitività”. Così il Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, nell’inaugurazione dell’edizione n. 112 di Fieragricola, rassegna internazionale del settore primario, a Verona, dal 3 al 6 febbraio 2016 (www.fieragricola.it).
“Credo che Fieragricola - ha proseguito - per la grande vocazione internazionale che riveste e per le sfide che lancia con le sue parole d’ordine di innovazione e sostenibilità sia assolutamente in linea con gli impegni e la responsabilità che come Governo portiamo avanti per il 2016”.
“Le esigenze dell’agricoltura del futuro passano da Fieragricola (che declina con 1.000 espositori, 9 padiglioni e aree dinamiche gli strumenti per aumentare la produttività) - ha ricordato il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese - ma anche per ridurre l’impatto ambientale, rispettare il suolo e le risorse naturali e favorire la sostenibilità economica del sistema agricolo”.
Un sistema sempre più integrato, ha riconosciuto il numero uno di Federalimentare (Confindustria), Luigi Pio Scordamaglia: “Fieragricola è diventato un appuntamento internazionale dell’intera filiera agroalimentare, settore che ha una valenza strategica per il nostro Paese, anche perché è bene ricordare che senza l’agricoltura italiana l’industria italiana non va da nessuna parte”.
Il cambio di paradigma sembra essere lanciato su binari predefiniti, a partire dall’esigenza, come ha sostenuto il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, di “una qualità che si declina con la sostenibilità ambientale ed economica, perché altrimenti diventa per gli agricoltori italiani impossibile competere su mercati globalizzati”.
La soluzione, per il vice presidente di Confagricoltura, Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, è “mettersi insieme, fare rete tra le imprese agricole, aggregarsi e allo stesso tempo puntare su innovazione tecnologica e ricerca in agricoltura a livello nazionale e, magari, anche a livello internazionale”. E l’internazionalizzazione, per Paolo De Castro, europarlamentare della Commissione Agricoltura, “è la strada maestra da percorrere, perché la qualità da sola non basta, se poi non si raggiungono quei mercati disposti a pagarla. Ma con un tessuto formato da quasi 1 milione di aziende agricole e 57.000 imprese alimentari di trasformazione possiamo sfruttare il dinamismo del settore, magari utilizzando al meglio i 200 milioni di euro l’Unione Europea nelle prossime settimane metterà a disposizione con il “Pacchetto Promozione””.
Da Fieragricola di Verona, dunque, parte la sfida al futuro che, come ha specificato nel convegno inaugurale Fabrizio De Filippis, docente di Economia e Politica agroalimentare all’Università di Roma Tre, “deve coniugare la qualità ad un nuovo modello produttivo, figlio della competitività, della trasparenza e dell’innovazione”.

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