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INVERNO E PRIMAVERA IMPEGNATIVI PER LA FISIOLOGIA DELLA VITE A CAUSA DELL’ABBONDANZA DELLE PIOGGE: RITARDO NEL GERMOGLIAMERNTO DELL’ANNATA 2009. IL COMMENTO DELL’AGRONOMO E PROFESSORE DELL’UNIVERSITÀ DI MILANO LEONARDO VALENTI

Italia
Germoglio di vite

A detta degli esperti, l’inverno appena trascorso è stato uno dei più piovosi e nevosi degli ultimi 30 anni e la primavera sta mantenendo la piovosità su livelli molto importanti: sono queste le principali cause metereologiche che hanno ritardato dai 7 ai15 giorni, almeno sulle annate 2007 e 2008, il germogliamento della vite, in quasi tutti i territori del “Vigneto Italia”.

Un fenomeno che ha interessato il Bel Paese naturalmente non in maniera uniforme, e che trova conferma nelle parole di Leonardo Valenti, agronomo e professore di viticoltura dell’Università di Milano: “quest’anno, le piogge sono state molto abbondanti e continue e hanno portato sicuramente ad un ritardo di vegetazione. Molte zone sono in ritardo dai 7 ai 15 giorni. Si tratta di una situazione a “macchia di leopardo” - puntualizza Valenti - ci sono zone in cui il ciclo vegetativo è in avanti e altre in cui è molto indietro, prendiamo, per esempio, il Friuli: là l’accrescimento vegetativo è indietro almeno di 15 giorni rispetto alle ultime annate e poi, bisogna tener conto anche dell’effetto varietale, cioè del comportamento dei vitigni precoci e di quelli tardivi”.

“Il fenomeno è, però, evidente - continua Valenti - per esempio anche in tutta la pianura emilio-romagnola, dove i Lambruschi sono decisamente in ritardo. Se andiamo verso Sud, naturalmente, il fenomeno si attenua, ma ci sono delle zone, penso alla Basilicata, dove l’Aglianico è indietro di una decina di giorni rispetto alle scorse annate. Insomma - conclude il tecnico milanese - esiste una forte differenziazione dovuta proprio a questo particolare andamento stagionale che ha certamente sfavorito una velocizzazione dei processi vegetativi della vite e una armonizzazione del periodo di germogliamento della pianta”.

Le particolari condizioni dell’inverno appena passato hanno decisamente ritardato alcune importanti operazioni in vigna, come le potature invernali, la legatura dei tralci e le concimazioni del vigneto ed, evidentemente, tra le molteplici variabili che andranno a caratterizzare la vendemmia 2009, dovranno essere tenute in conto. La vite, dal canto suo, specialmente il suo apparato radicale, avrà dovuto fare i conti con un eccesso di umidità e i vigneti più giovani, dotati di apparati radicali ancora poco profondi e di conseguenza sensibili alle condizioni negative che si creano nelle in superficie, avranno certamente sofferto, per non parlare degli impianti posti in zone poco vocate, soprattutto pianeggianti, dove non saranno stati infrequenti fenomeni di stagnazione dell’acqua.

Gli effetti di questi processi saranno evidenti più in là, per adesso, possiamo aggiungere che l’annata 2009 sarà di certo un’annata in cui stare molto attenti alla peronospora, malattia fungina che trova una delle sue principali condizioni di diffusione in ambienti particolarmente umidi, quali sembrano sussistere anche in questa primavera.

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