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Ipsos per Masi: come si traduce in bottiglia la richiesta di naturalità e salubrità dei consumatori

“Less is more” è il nuovo trend che influenza il mercato agroalimentare: la gestione di vigna e cantina possono dare adeguate risposte “in sottrazione

Naturalità, salubrità e autenticità sono le parole chiave che descrivono un rinnovato approccio alla vita e alla quotidianità per i consumi alimentari, anche per il vino. Un trend che aveva iniziato a fare capolino già una decina di anni fa, ma che ha trovato nuova linfa in pandemia, complice il tempo dilatato e la possibilità di ripensare il proprio stile di vita. I bisogni dei consumatori e dove pongono l’attenzione - che non si limitano a richiedere benessere per la propria persona ma anche per l’ambiente - stanno gradualmente portando le aziende a ripensare le proprie scelte. Ed è proprio in quest’ottica che Masi Agricola, cantina leader della Valpolicella, ed il suo gruppo tecnico, hanno collaborato con Ipsos (anche con il seminario tecnico Masi “Vinum Natura genitum” n. 33, oggi, a Vinitaly 2022, con focus su vino-salubrità-sostenibilità, di cui hanno discusso Lorena Cocozza - UU Director Istituto Ipsos, Raffaele Boscaini, coordinatore generale Masi Agricola, Roberta Beber e Andrea Dal Cin, responsabile viticoltura e responsabile enologia del gruppo tecnico Masi, con una degustazione tecnica finale dei vini Masi, realizzata dal comunicatore di vino Andrea Gori): un’occasione per spiegare il proprio “approccio in sottrazione” in vigna e in cantina, utile ad impattare meno sulla salute delle persone e della natura, proprio come richiesto dalle nuove tendenze nei consumi e stili di vita.
“Sono tre i macro temi attorno a cui i consumatori stanno riorganizzando i propri stili di vita: la salute, intesa a 360 gradi - fisica, psicologica e del proprio contesto - che porta anche a rinunciare alla convenienza pur di scegliere prodotti salubri; l’etica, che si traduce nella riduzione di spreco e plastica, nella scelta di prodotti locali e di economie circolari a cui dichiararsi fedeli; infine la responsabilità sociale, che è esattamente il tema che coinvolge le aziende e le loro scelte” ha spiegato Lorena Cocozza (UU Director Istituto Ipsos).
Ma come si traduce tutto questo nei processi che portano alla produzione della bottiglia di vino? “Il vino rappresenta l’Italia e la sua qualità di vita - ha continuato Lorena Coccozza (UU Director Istituto Ipsos) - e deriva dalla terra: viene quindi percepito quasi come naturalmente genuino. Di certo nessun consumatore ha intenzione di rinunciarci o di passare necessariamente ai prodotti “senza alcol”. Il cambiamento avviene sulla tipologia di vino che viene cercata e comprata e le occasioni in cui viene consumata”. Deve essere “senza qualcosa”, che sia riferito allo spreco di materiale o all’aggiunta di coadiuvanti ritenuti superflui. Non deve necessariamente essere condiviso, ma può rappresentare una coccola che si dedica a sé stessi. E può far parte di tutta la narrazione “casa dolce casa”, che ha accompagnato l’aumento di consumi in casa, anche grazie al delivery, inizialmente imposto dai lockdown generalizzati.
“Questa interessante ricerca, che, con il gruppo tecnico Masi e l’Istituto Ipsos, abbiamo portato avanti, si inserisce perfettamente nell’attuale quadro socio-culturale italiano - ha commentato Raffaele Boscaini, coordinatore del gruppo tecnico Masi - correlando due tematiche molto care al consumatore attuale e futuro: vino e sostenibilità. Le considerazioni e la selezione di vini nascono dall’osservazione del contesto attuale, con lo sguardo puntato al futuro”.
Nel seminario sono state illustrate le tecniche adottate lungo tutta la filiera - sia in vigneto che in cantina, alla scelta dell’imballaggio - seguendo una regola: eliminare tutto ciò che è superfluo. Consapevole che ogni azione in vigna ha conseguenze anche durature sul sistema complesso che la sostiene, il gruppo tecnico Masi, ad esempio, ha deciso di eliminare gli interventi a calendario per dedicarsi sartorialmente alle singole esigenze delle parcelle: attenzione al compattamento del terreno, interventi meccanici, uso di capannine meteo per calibrare gli interventi fitosanitari, presenza costante in vigna. Anche in cantina, l’uso consapevole delle più moderne tecnologie ha permesso di lavorare in sottrazione: controllo di temperature, manipolazione lenta delle uve, costanti analisi organolettiche e di laboratorio, gestione pensata di ossigeno e azoto. Il risultato è una linea di vini sempre più ampia, capace di intercettare le esigenze delle nuove generazioni, di offrire un’interessante alternativa ai vini di lunga tradizione, apprezzati per caratteristiche nobili come complessità, ricchezza, longevità e appartenenza territoriale. Di seguito, gli assaggi.

Focus - La degustazione tecnica finale dei vini Masi (condotta dal comunicatore del vino Andrea Gori) ... nei commenti di Winenews
Casa Canevel - Diesel, Prosecco Biologico Extra Brut 2021
Vino croccante e garbato, dalla bollicina fine e dal sorso dolce, che poi svela, del limone, la freschezza del suo succo e l’amaricante della sua buccia.

Canevel Brut Setàge, Valdobbiadene Prosecco Superiore 2021Più complesso e ampio del precedente, si diffonde con una dolcezza che a fine sorso cede il passo alla sapidità e a cenni ammandorlati.

Fresco di Masi, Bianco Verona Biologico 2021
Un bianco soaveggiante da cui prende la nota pietrosa, con i profumi floreali e fruttati di Chardonnay e Pinot Bianco.

Colbaraca, Soave Classico Superiore Biologico 2021
La tensione vulcanica ben rappresentata, con note terziarizzate in primo piano, si sviluppa morbido e sapido con aderenza materica.

Fresco di Masi, Rosso Verona Biologico 2021
Resta la complessità aromatica e sostanza materica in bocca, ma la scorrevolezza di questo vino è significativa, senza diventare banale.

Toar Valpolicella Classico Superiore 2018
Macchia mediterranea, mallo di noce, caffè, note affumicate e tanta spezia, rimane molto vivo al sorso, grazie allo sviluppo sapido centrale e all’anima vegetale in chiusura.

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