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ISMEA: ATTESE 550.000 TONNELLATE DI OLIO. BUONA QUALITA', PRODUZIONE ITALIANA -4,5% IN 2003

Circa 550.000 tonnellate, ma di buona qualità: è questo il risultato produttivo atteso nella campagna 2003-2004 per l’olio d’oliva italiano (la contrazione sul 2002 è del 4,5%). La flessione, in ogni caso, sembra essere contenuta sulle attese di “scarica” produttiva dettata dal fenomeno dell’alternanza. Conferma però il momento di “empasse” del settore che, per il quarto anno consecutivo, mette a segno un risultato produttivo ben la di sotto delle attese degli operatori e lontano dal livello raggiunto nella campagna 1999-2000, quando si oltrepassarono le 713.000 tonnellate. “Il trend - ha spiegato il presidente dell’Ismea, Arturo Semerari - è imputabile al netto calo registrato nella aree olivicole del Centro-Nord, a fronte di una sostanziale tenuta dell’olivicoltura meridionale”. Al Centro-Nord sono state soprattutto le gelate di aprile a determinare ricadute sui raccolti, pregiudicando la fase della fioritura. Il caldo e l’eccessivo tasso di umidità hanno invece parzialmente compromesso la fase di allegazione al Sud.
I dati Ismea ripartiti per regione indicano per la Puglia, prima area produttiva del Paese con una quota del 40% sul totale, un ammontare di 217.000 tonnellate (+11%). La performance positiva è sostanzialmente riconducibile alla ripresa produttiva delle aree vocate di Bari, Foggia e Brindisi e alla tenuta di Taranto. In Calabria si prevede una flessione del 2,7%, risultato del calo di Reggio Calabria e Vibo Valentia, solo in parte controbilanciato dalla ripresa di Cosenza, Catanzaro e Crotone. Per la Sicilia, con 38.000 tonnellate, si registra un calo del 16% determinato dalla netta contrazione attesa nelle province di Messina, Trapani, Agrigento e Ragusa, a fronte di una ripresa di Enna, Siracusa e Catania. Per la Campania le previsioni sono di 35.000 tonnellate (-20%). Male anche in Abruzzo dove, soprattutto a causa dell' annata di “scarica” nel Chietino e nel Teramano, si prevede un calo del 24% con complessive 19.000 tonnellate. Calo ance per il Molise (-9% con 4.143 tonnellate), mentre la Basilicata segna un incremento del 36% (8.271 tonnellate) così come la Sardegna (+11% con 8.882 tonnellate). Per quanto riguarda il Centro, l'Ismea prevede riduzioni della stessa entità nel Lazio e nelle Marche (-18%), per un ammontare rispettivamente di 16.045 e 3.138 tonnellate. Decisi cali caratterizzano invece Toscana e Umbria (-43% per entrambe). Tra le regioni del Nord, infine, si distingue il crollo della Liguria (-50) a fronte di una produzione della scorsa campagna passata alla storia come una delle più abbondanti.
A compensare il negativo quadro produttivo, in ogni caso, c’é l’aspetto qualitativo: “probabilmente siamo di fronte a una delle migliori campagne degli ultimi anni - ha detto Semerari - la quota di extravergine sulla produzione totale darà forse la più alta degli ultimi cinque anni; positive sono anche le attese per il segmento del biologico, grazie soprattutto ai ridotti attacchi parassitari”.

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