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ISMEA: MERCATO DEL MIELE IN IMPASSE. DIMEZZATE LE API NEL NORD ITALIA

Mercato fermo per i mieli nazionali, con le scorte della passata stagione terminate e le produzioni tardo-primaverili non ancora disponibili. Lo segnala l’Ismea nell’evidenziare che le contrattazioni risultano praticamente ferme. Critico il bilancio 2003 nelle regioni settentrionali, dove si stimano perdite tra il 30 e il 50% delle famiglie di api a causa della siccità, in particolare in Piemonte, Lombardia e Toscana ma ci sono segnali incoraggianti per la prossima raccolta.

“A livello climatico - evidenzia l’Ismea - la stagione attuale è la migliore degli ultimi anni. Le frequenti precipitazioni invernali e le temperature non troppo rigide hanno consentito, infatti, una fioritura abbondante e ricca di nettare”. Sul fronte dei prezzi, il prodotto di acacia viene scambiato da un minimo di 4,20 euro il chilogrammo in Piemonte a un massimo di 4,50 euro il chilo in Emilia Romagna (il prezzo è inteso franco produttore, Iva inclusa). I poliflora oscillano tra 2,80 euro del Piemonte fino a 3,30 euro in Emilia Romagna. Allo stesso prezzo è scambiato il miele d’eucalipto in Sardegna, mentre per la melata di metcalfa le contrattazioni partono da 2,80 euro il chilo del Piemonte, fino a 3 euro dello stesso Piemonte e dell'Emilia Romagna.

E lo stato di salute delle api? L’Ismea segnala una situazione diversificata tra il Nord e il Sud della penisola con la scomparsa fino al 50% delle famiglie di api in Toscana e nelle regioni settentrionali. Alla base di tali perdite è la siccità della scorsa estate che ha ridotto la vitalità delle api e impedito una raccolta sufficiente di scorte e la preparazione di un’adeguata popolazione di api da internamento, in grado cioé di affrontare l’inverno: nel Meridione, al contrario, la situazione è complessivamente favorevole (notizie incoraggianti provengono da Sicilia, Campania e Puglia).

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