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ISTAT - CORRONO I PREZZI DEGLI ALIMENTARI, PANE A +7,5%. COLDIRETTI, CROLLANO I CONSUMI DI PANE (-7,4%) E PASTA (-4,5%). PREZZI MOLTO DIVERSI DA CITTA’ A CITTA’: A MILANO UN CHILO A 3,39 EURO, A ROMA SI SCENDE A 2,07

Corrono a settembre i prezzi degli alimentari, soprattutto di pane e pasta. Secondo l’Istat lo scorso mese, l’inflazione per l’intero comparto è salita al 2,9% dal 2,4% di agosto, con punte soprattutto per i cereali. In particolare il prezzo del pane è aumentato del 7,5% rispetto a settembre 2006 (in accelerazione dal +4,2% d’agosto) mentre il prezzo della pasta è cresciuto del 4,5%. L’Istat sottolinea che sotto pressione sono inoltre anche i prezzi di carne (+2,8% con in particolare il pollame in rialzo del 6,7%) e latte (+3,2%). Elevato anche il tasso di crescita annuale della frutta che mette a segno un +5,6%.

Sul fronte di pane e pasta brutte notizie anche secondo la Coldiretti, che analizzando i dati degli acquisti domestici del panel Ismea Ac Nielsen, registra un calo dei consumi, dal 7,4% e del 4,5%.

“Su base annua - sottolinea la Coldiretti - la quantità di pane consumato per uso domestico dagli italiani è scesa nel 2007 per la prima volta sotto il milione di tonnellate (989 mila tonnellate). Una riduzione certamente collegata al cambiamento degli stili di vita ma che è stata anche accompagnata - precisa la Coldiretti - da un progressivo aumento dei prezzi con rincari del 419% negli ultimi venti anni”.

Prezzi che, sempre secondo elaborazioni della Coldiretti sui dati dell’osservatorio prezzi del Governo, mostrano grande variabilità nelle diverse città con valori medi più elevati raggiunti a Milano (3,39 euro/kg) e Bologna (3,26 euro/kg) mentre livelli più contenuti si registrano a Palermo (2,25 euro/kg) e Roma (2,07 euro/kg).

“Una differenza che dimostra come - conclude la Coldiretti - nella forbice dei prezzi alla produzione e quelli al consumo c’è abbastanza spazio per recuperare diseconomie e garantire una adeguata remunerazione agli agricoltori senza aggravare i bilanci delle famiglie con conseguenze negative per i consumi”.

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