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ISTAT, SICILIA PERDE IN AGRICOLTURA QUOTE IN MARCHI QUALITA’. NEL 2009 MENO PRODUTTORI DOP E IGP

Segni negativi per l’agricoltura di qualità made in Sicily a marchio Dop, Igp, Igt e Stg: nel giro di un anno, sono scomparsi 78 produttori e 23 impianti di trasformazione e l’isola ha perso quote di mercato sui prodotti certificati. L’Istat nel 2009 ha censito in totale 1.842 produttori di marchi certificati (erano 1.920 nel 2008) che rappresentano appena il 2,4% del totale nazionale, 403 impianti di trasformazione con una flessione del 5,4% rispetto all’anno precedente e nessun macellatore di carni Igp (prosciutti, insaccati, carne di maiale e prodotti a base di carne bovina e suina).

Dall’indagine sull’agricoltura di qualità, appena pubblicata dall’Istituto di statistica, viene fuori una Sicilia che ancora una volta rincorre il resto del paese, anzi addirittura perde terreno. Se nell’isola diminuiscono i produttori, -4,1%, in Italia e soprattutto nel Mezzogiorno aumentano: +1,9% la media Paese e +12,4% al Sud. La performance migliore la fa registrare la Puglia con una crescita del 60%, seguita da Sardegna 14,5% e Calabria, 10,4%. Bene anche Liguria (6,15), Marche (5,4%) e Piemonte (5,2%). Peggio fa solo la Basilicata con il 24,6%.

Il peso della Sicilia sul totale della produzione a marchio Dop e Igp - principalmente ortofrutta e olivo - é pari al 9,5%, dietro a Toscana (39,9%), Trentino-Alto Adige (16,4%) e Puglia (11,2%). In totale la superficie coltivata è passata da 12.729 ettari del 2008 a 13.150 ettari del 2009, pari al 3,3%. Un incremento comunque inferiore rispetto alla media nazionale (5%) e del Mezzogiorno (28,8%) e ben lontano dalla performance fatte registrare da Basilicata con +186,1%, Calabria con +71,9%, Puglia con +70,3% e Campania, +11,7%.

La Sicilia poì è quasi all’anno zero le carni Igp: è fanalino di coda, assieme a Piemonte e Basilicata, con appena tre operatori nel settore, che gestiscono in totale 12 impianti e 3 imprese, più altri 10 operatori che si occupano della preparazione del prodotto. Solo quattro regioni (Umbria, Molise, Basilicata e Calabria) fanno peggio dell’isola invece in termini di attività legate alla produzione di formaggi Dop e Stg: nell’isola ci sono 95 operatori, di cui 8 trasformatori, sebbene la regione sia sesta in Italia per numero di capi allevati, 4.710 ovini (il primato va della Sardegna con 2,6 milioni di capi).

Le regioni più attive nella filiera ortofrutticola e dei cereali sono Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Sicilia, dove ci sono 965 operatori (48 tra produttori e trasformatori) per una superficie coltivata a produzioni Dop e Igp di 450,20 ettari. L’isola è al secondo posto in Italia, dietro la Puglia (14.988 ettari) per superficie destinata alla produzione di olio extravergine d’oliva certificato di qualità, 6.699,82 ettari con 1.013 operatori.

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