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Italia a Tavola

Un’asta di beneficenza con i vini dei cru di Maria Teresa d’Austria … Nel 1787 l'imperatrice austriaca ebbe l’intuizione (prima al mondo) di mettere ordine e classificare i vigneti della Contea asburgica di Gorizia. Il successo di un'asta benefica al monastero di Castagnevizza… Il collega giornalista e storico goriziano Stefano Cosma me ne aveva parlato tempo addietro durante le pause di uno dei tanti concorsi enologici che ci vedono impegnati come commissari in Europa. Un’asta benefica degli storici vini della Contea di Gorizia che già nel 1787 l'imperatrice Maria Teresa d’Austria aveva classificato prima al mondo riordinando le mappe del Catasto Tavolare asburgico. Il ricavato - mi disse - sarebbe stato devoluto al Monastero francescano di Castagnevizza (Kostanjevica) di Nova Gorica che sorge proprio al confine tra l’Italia e la Slovenia per il restauro degli affreschi della Chiesa dell’Annunciazione e della cappella, danneggiate dal terremoto, e dove sono sepolti Carlo X, il conte di Chambord e altri membri della famiglia reale francese. Quel suo sogno, ricordando la famosissima asta benefica degli Hospices di Beaune (Borgogna) è diventato realtà poco prima di Natale. L’Associazione dei Cavalieri della Classificazione dei Cru dell’Imperatrice Regina Maria Theresa, nei giorni scorsi, ha promosso la prima asta dei Grandi Vini della Contea a favore del Monastero di Castagnevizza. L’evento, curato nei minimi dettagli dalla Casa d'aste parigina Artcurial, ha avuto quale suggestivo palcoscenico le cantine dell’antico monastero. Diciotto le barrique donate dai produttori italiani e sloveni dei vini di Maria Teresa d’Austria, provenienti da varietà pregiate di uve bianche (Chardonnay, Ribolla Gialla, Friulano/Jakot, Malvasia d’Istria) e rosse: Pinot Nero, Refosco e Merlot. Dei 18 lotti in asta, contesi da collezionisti italiani, sloveni, francesi e giapponesi, ne sono stati aggiudicati 14 con base d’asta di 3 mila euro. Al termine dell'asta è stata raccolta la cifra di 62.400 euro che consentirà di dare inizio ad un primo ciclo di lavori di restauro degli affreschi del monastero. Da ogni barrique sono state ricavate 300 bottiglie borgognotte, numerate e personalizzate con il nome del proprietario scritto a mano. Battuta dal Maitre Stéphane Aubert di Artcurial e presieduta da Fra’ Niko Žvokelj, Padre Superiore dell'antico monastero che quest’anno celebrerà 400 anni di storia, l’asta sarà replicata sempre per beneficenza il prossimo autunno, il 27 e 28 ottobre 2023, ha annunciato Charles-Louis de Noüe. “Per beneficenza, ma anche per promuovere l’altissima qualità dei vini di questo territorio transfrontaliero” ha sottolineato Riccardo Illy, console onorario di Francia a Trieste, nume tutelare del progetto, presente con il Polo del Gusto e con alcuni personaggi vip sloveni, italiani e giapponesi, come Silvio Jermann e Koichi Sakaguchi, uno dei maggiori buyer del pianeta vino in Giappone. Era dal lontano 1787 che i vignaioli d’Italia e Slovenia non si incontravano ufficialmente per promuovere con unità d’intenti il territorio dell’antica Contea e per fare del vino uno strumento di solidarietà. Riuniti per la prima volta da quando l’Imperatrice Maria Teresa d’Austria 235 anni fa ebbe l’intuizione, lungimirante per l’epoca, di classificare come “Cru” i vigneti più pregiati. Quella pubblicata nel 1787 fu la più antica classificazione al mondo (quella dei vini di Bordeaux è del 1855) e fu redatta seguendo il sistema asburgico del Catasto Tavolare. Il merito di aver riportato alla luce gli statuti teresiani con la classificazione dei vigneti più pregiati di quella che in passato era la storica Contea di Gorizia e Gradisca è del giornalista e storico goriziano Stefano Cosma. Un evento importante per la valorizzazione di un territorio eccezionale, grazie anche alla mitica “ponca” (un impasto di argille calcaree e arenaria stratificatesi nel corso dei millenni) posto a cavallo tra Italia e Slovenia. Sono gli odierni vigneti del Collio goriziano e sloveno (la Brda), dei Colli Orientali, della Valle dell’Isonzo, di Aquileia, del Carso e della Vipava. Sedici sono i “Cavalieri della Classificazione dei Cru dell'imperatrice Regina Maria Theresa” che hanno aderito all'associazione che ha come finalità la valorizzazione di un territorio per secoli teatro di guerre e oggi diventato simbolo di pace grazie al vino. Eccoli: Rocca Bernarda (Premariacco, Udine) di proprietà del Sovrano Militare Ordine di Malta, Domaine Marjan Simcic (Dobrovo, Goriška Brda, Collio sloveno), Lucio Bernot Casa delle Rose (Dolegna del Collio), Domaine Vicomte de Noüe-Marinic (Goriška Brda, Collio sloveno), Carolina Jakoncic Winery (Dobrovo, Goriška Brda, Collio sloveno), la Tenuta Monastero di Aquileia del barone Ritter De Zahony (Aquileia, Udine), Fabian Korsic (San Floriano del Collio, Gorizia), Nebo Winery (Dobrovo, Goriška Brda, Collio sloveno), Kmetija Princic di Tomaz Princic (Dobrovo, Goriška Brda, Collio sloveno), Valter Sirk (Dobrovo, Goriška Brda, Collio sloveno), Andrej Nando Kristancic (Dobrovo, Goriška Brda, Collio sloveno), Vina Borut Leban (Vipava, Slovenia), Kmetija Jure Štekar (Snežatno, Koisko, Slovenia), Peršolja Zarova (Gonjace, Kojsko, Slovenia), Rokovi Vinogradi Andrej Sirk (Dobrovo Brdih, Slovenia), Klet Brda (Dobrovo Brdih, Slovenia). Grazie a questa scoperta, è nata l’“Associazione dei Cavalieri della Classificazione dei Crus dell’Imperatrice-Regina Maria Theresa”, voluta da Charles-Louis de Noüe, rappresentante di una delle più importanti famiglie del vino di Borgogna (con Domaine Leflaive) e da Alis Marinic della storica famiglia di produttori nel Collio sloveno che, insieme, hanno fondato la tenuta Domaine Vicomte de Noüe-Marinic. Una storia affascinante il cui valore va ben oltre la bottiglia, poiché racconta un territorio che ha segnato la storia d’Europa, per secoli teatro di guerre nel triangolo tra l’Austria, la Slovenia e l’Italia, dove ora il vino è un simbolo e un laboratorio di pace. Tra i regnanti più importanti della storia, Maria Teresa (Vienna, 13 maggio 1717 - Vienna, 29 novembre 1780) fu Arciduchessa regnante d’Austria, Regina apostolica d’Ungheria, Regina regnante di Boemia, Croazia e Slavonia, Duchessa regnante di Parma e Piacenza, Duchessa regnante di Milano e Mantova e inoltre Granduchessa consorte di Toscana e Imperatrice consorte del Sacro Romano Impero in quanto moglie di Francesco I di Lorena, fondatrice con il marito del casato degli Asburgo-Lorena, e madre degli Imperatori Giuseppe II e Leopoldo II, nonché di Maria Antonietta, Regina di Francia, e Maria Carolina, Regina di Napoli e Sicilia. L’antica Contea principesca di Gorizia e Gradisca, territorio da sempre vocato ai grandi vini, apparteneva alla monarchia asburgica assieme al litorale austriaco. Oggi si trova al confine tra Italia e Slovenia e si estende dalla costa adriatica alle Alpi Orientali. Deve il suo nome alle due città più importanti: Gorizia e Gradisca d’Isonzo. Ed è a Gorizia che il 17 marzo 1787 fu promulgato un decreto della “Cesarea regia superiore commissione per regolamento della contribuzione” contenente la “Classificazione dei vini prodotti nelle unite principate della Contea di Gorizia e Gradisca in riguardo alla loro bontà”. La particolarità della Classificazione dei Cru di Maria Teresa d’Austria sta anche nel fatto che non fu redatta in tedesco, lingua madre dell’Imperatrice, o in francese, la più diffusa dell’epoca, ma fu scritta in italiano, la lingua dell’opera, legata al mondo delle arti nel quale in questo modo rientrava anche il vino, ha spiegato a WineNews Charles-Louis de Noüe.

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