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ITALIA DI “SERIE A” E ITALIA DI “SERIE B”: L’ASSESSORE ALL’AGRICOLTURA DELLA REGIONE SARDEGNA, ANDREA PRATO, SPINGE PER UN RIEQUILIBRIO DELLE RISORSE TRA LE REGIONI ITALIANE ED EUROPEE IN VISTA DELLA PAC 2014-2010

I 150 anni dell’Unità d’Italia si festeggiano tra meno di un mese, tra polemiche e dibattiti il 17 marzo sarà festa nazionale. Ma, dopo un secolo e mezzo, il Paese si scopre ancora diviso, spaccato, iniquo, anche nei campi. Il grido d’allarme lo ha lanciato l’assessore all’agricoltura della Regione Sardegna, Andrea Prato, che, nel Forum sulla nuova Pac 2014-2020, denuncia come sia ormai inaccettabile “la disparità di trattamento tra Regioni anche sul fronte della distribuzione interna delle risorse finanziarie in agricoltura.

La nuova Politica agricola comune 2014-2020 dovrà tenere conto di ciò che l’agricoltura rappresenta come bene pubblico - prosegue Prato -, come tutela dell’ambiente e non più o solo sul fronte della produttività o degli occupati. Gli agricoltori e i pastori, come quelli sardi o i toscani, siciliani o gli alto-atesini che operano in zone svantaggiate, esercitano un ruolo che è anche sociale e questo non può essere più ignorato né questi produttori possono più essere considerati di serie B”.

La battaglia dell’Assessore all’Agricoltura sardo ha trovato l’immediata solidarietà dei rappresentanti di Uncem -Unione comunità montane, Upi - Unione province italiane e Anci - Associazione nazionale comuni italiani, oltre all’implicito appoggio di Papa Benedetto XVI, che ha recentemente auspicato una dimensione sociale dell’agricoltura. Da un punto di vista fattuale, Prato ha rilanciato la proposta di un coordinamento tra le realtà territoriali che, dopo 40 anni, vedrebbero premiati aspetti finora trascurati, in Italia come in Europa, dal Trentino Alto Adige all’Abruzzo, dalla Toscana alla Basilicata, dalla Sicilia alla Corsica, dalle aree del Massiccio centrale francese all’Austria, dalla Grecia alla Spagna, fino ai Pirenei e ai Carpazi. Perché “è vero che la battaglia a difesa del budget agricolo italiano è necessaria, visto che il nostro Paese è un contributore netto al bilancio dell’Unione europea e non può perdere altre risorse - spiega Prato.

Ma è altrettanto vero che il riallineamento interno degli aiuti e dei pagamenti diretti secondo logiche non più solo produttive-intensive è un obiettivo imprescindibile. La media in Lombardia è di 571 euro/ettaro, mentre in Sardegna è di 161 euro/ettaro - prosegue l’Assessore all’Agricoltura della Regione Sardegna. È un gap che deve essere riequilibrato, perché agricoltura non vuol dire solo colture intensive e industriali, ma anche e soprattutto salvaguardia del territorio, miglioramento dell’aria che respiriamo, produzioni di qualità: è la giusta visione che condividiamo e intendiamo portare avanti”, conclude Prato.

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